Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 22 dicembre - 4ª domenica di Avvento - anno A

Dio non abbandona mai coloro che credono in Lui

Is 7,10-14; Sal 23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

Un personaggio importante nell’imminente venuta del Signore è Giuseppe. Ce lo presenta l’evangelista Matteo. Quando s’accorge che Maria, sua promessa sposa, è incinta, vive il dramma più straziante della sua vita. Conosce bene Maria e non sa raccapezzarsi di fronte a questa situazione. Per non infamare la sua fidanzata, pensa di ripudiarla in segreto, probabilmente scomparendo lui dalla scena. Perché Giuseppe era un “uomo giusto”, secondo il Vangelo, cioè sempre fedele a Dio e buono verso gli altri.

Dio non abbandona mai coloro che credono e sperano in Lui, ma interviene al momento opportuno per spiegare, sostenere e consolare tutti coloro che soffrono, ma si appoggiano con fiducia alla sua bontà. Così dovremmo fare noi nei momenti bui e drammatici della nostra vita, senza affidarci a persone o cose che non possono risolvere i nostri problemi accompagnati di solito da sofferenza e tristezza.

Ed è proprio in questi momenti in cui si manifesta che noi scopriamo l’amore suo con un disegno bello per la nostra vita, che ci lascia pieni di meraviglia e di stupore. Giuseppe capisce, dall’angelo, la grandezza a cui viene chiamato prendendo Maria come sposa: egli assume i diritti di padre del bambino. Giuseppe, davanti a Dio e agli uomini, assume l’impegno e l’onore di rappresentare nei confronti di Gesù il Padre che sta nei cieli. Dio spesso ci invita a rinunciare ai nostri progetti limitati per accogliere il suo progetto, che dà un senso pieno e gioioso alla nostra esistenza.

Come indica la prima Lettura, il profeta Isaia si reca dal re Acaz il quale, ripudiando la fedeltà all’Alleanza con Dio, fondamento della prosperità e del benessere di Israele, vuole allearsi con la potenza assira per sconfiggere i nemici.

L’incontro tra il profeta e il re fu lo scontro tra la fede e la ragione che si fonda sulle sicurezze umane e non su Dio. E questo spesso è un atteggiamento abituale anche nella nostra vita, pur dicendoci cristiani. Si capisce allora cos’è la fede: un abbandonare la sicurezza umana e rischiare il salto nel buio dove Dio ci chiama e si rivela solo se abbiamo compiuto questo salto. Dio il segno ce l’ha donato per fidarci di Lui e salvarci: l’Emmanuele, il Dio con noi, nato da Maria, che viene a offrirci il mondo di Dio, l’unica vera e sicura realtà. Sì, perché il resto passa, in maniera inesorabile.

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Domenica 22 dicembre - 4ª domenica di Avvento - anno A
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