Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 24 ottobre - 30ª domenica Tempo Ordinario - Anno B

L’ATTIVITÀ MISSIONARIA VIENE DALLA VOLONTÀ DI DIO

Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

Gerusalemme è ormai vicina, ma prima Gesù incontra un mendicante cieco. Questa figura del povero fa da contrappeso a quella del ricco. Agli occhi di Dio questo cieco è importante: possiede un nome, si chiama Bartimeo. Questi, al sentir parlare dell’arrivo di Gesù, prende l’iniziativa: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me” (versetto 47). Era ai bordi della strada, solo, ai margini della vita sociale, dipendente dagli altri: chiedeva al suo prossimo un briciolo di attenzione e una monetina.

La gente lo sgridava affinché tacesse. Ma Bartimeo non si scompone e persiste nel suo grido, come nei Salmi. Gesù di Nazaret lo ascolta, si ferma e fa chiamare quel mendicante che vive con il rischio di contaminarsi ed è tanto povero da non avere neanche la luce degli occhi. Bartimeo per istinto sa riconoscere in Gesù il Messia di discendenza davidica.

Non tutte le persone sono altezzose. C’è anche chi si presta ad aiutarlo e va a chiamare il mendicante che così si incontra con Cristo per mezzo di loro. Questo è poi quello che fa il missionario: incoraggiare le persone e portarle al Signore, però chi chiama è solo Lui (v. 49).

In Marco si dice che il cieco “gettò via il mantello e venne da Gesù” (v. 50). Bartimeo si spoglia di tutti i suoi averi e anche quel poco che possiede – il mantello - lo lascia alle spalle e segue il Messia nel suo cammino verso Gerusalemme. Le parole di Gesù – “Va’ la tua fede ti ha salvato” (v. 52) - sottolineano questo cammino di fede che porta il mendicante cieco alla guarigione totale: fisico-spirituale.

In questo viaggio tutti sono stati coinvolti e sono rimasti disorientati perché la sequela di Gesù esige una spoliazione totale. Tristezza e cecità saranno sanate nella misura in cui ogni Bartimeo si troverà a vivere il mistero pasquale di Cristo.

Nella Giornata mondiale delle Missioni (domenica 24 ottobre) ricordiamo e preghiamo per i numerosi missionari partiti dalla nostra diocesi di Cesena-Sarsina, in particolare quelli strettamente diocesani: don Giorgio Bissoni e il sottoscritto presenti nella diocesi di Carupano (Venezuela) e i monaci di Valleripa presenti in India ( cfr pag. 4 ). “La ragione dell’attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale ‘vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Vi è infatti un solo Dio, e un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato se stesso in riscatto per tutti’ (1Tm 2,4-6), ‘e non esiste in nessun altro salvezza’ (At 4,12)’. È dunque necessario che tutti a lui si convertano, dopo averlo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa… ” ( Ad Gentes n. 7).

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