Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 25 ottobre - 30ª domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Siamo stati creati da Dio per amore e per amare

Es 22,20-26; Salmo 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40

Alla base della vita cristiana, secondo la Parola di Dio di questa domenica, c’è l’amore a Dio e al prossimo. La nostra vita di fede verso Dio e si realizza in concreto nell’amore a Lui e ai fratelli. La misura alta della nostra fede è data dal nostro modo di amare. Come spesso avviene nel Vangelo, la spiegazione che Gesù dà evita le polemiche delle domande insidiose dei farisei e dei dottori della legge per arrivare alla risposta giusta e fondamentale che chiude la bocca ai suoi interlocutori.

In mezzo a 613 precetti, che si erano accumulati lungo i secoli, non per volere di Dio che aveva dato una Legge chiara e semplice con le 10 parole (i Comandamenti) non era facile districarsi. Tutte le aggiunte fatte dai maestri in Israele, più che spiegare, non avevano fatto altro che appesantire il rapporto di fede e di vita con Dio, facendolo apparire come un Dio molto esigente e vendicativo.

Ma loro, i maestri, comportandosi in modo freddo e calcolato non avevano alcun amore a Dio e al prossimo, manipolavano i precetti a loro uso e consumo, secondo il loro orgoglio ed egoismo. In questo modo scaricavano l’obbligo di osservarli sul popolo semplice, povero e sprovveduto. Per questo un giorno Gesù dirà: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro”.

Di fronte alla domanda: “Maestro, qual è il più grande comandamento?”, Gesù risponde con una parola unica, definitiva e inequivocabile: “Amerai”, affermando con forza il primato dell’amore su tutto il resto. Siamo stati creati da Dio per amore (siamo stati amati) e per amare: la nostra vita si realizza nel modo giusto e vero solo se viviamo nell’amore in pieno, senza riserve.

Per cui qualsiasi altro impegno, dovere e comportamento di vita passano attraverso la legge dell’amore; non c’è bisogno di moltiplicare i comandi o i divieti. Ama e basta: se tu ami sei nella vita, se non ami sei nella morte. Per questo Sant’Agostino diceva: “Ama e fa’ quel che vuoi!”.

L’Antico testamento (prima Lettura), pur non avendo ancora una rivelazione completa, è una conferma del brano di Vangelo. Gli esempi di amore al prossimo che il passo biblico ci presenta hanno come riferimento l’avvenimento centrale dell’Antico Testamento: la liberazione di Israele dalla schiavitù egiziana e l’Alleanza con Dio ai piedi del Sinai.

Come Dio, in questi fatti straordinari ha dato la prova della sua misericordia e del suo amore verso di te, Israele, così tu imita il tuo Signore con l’amore verso tutti, in particolare:

• “verso la vedova e l’orfano”: erano le categorie di persone più indifese perché non avevano alcun aiuto e sostegno. Guai a maltrattarli perché Dio prende le loro difese. Oggi gli oppressi, gli indifesi, gli alienati, tutte le persone che non contano sono un problema a livello mondiale. Qualunque gesto d’amore, anche piccolo, noi facciamo a questi nuovi poveri lo facciamo al Signore, e avrà la sua ricompensa.

• Verso gli indigenti che hanno bisogno di denaro in prestito e che danno in pegno i loro mantelli, indispensabili per la notte, il Signore invita a non richiedere interessi ( da strozzini) e a restituire il mantello per la notte.

In questo momento storico di povertà e sofferenze insopportabili ( vista anche l’emergenza Covid) siamo chiamati a vedere il volto di Dio nei poveri, nei perseguitati e negli oppressi di ogni genere, andando loro incontro, per quanto ci è possibile, con una condivisione umana e cristiana di sentimenti e di opere che scaturiscono dalla forza dell’amore.

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Domenica 25 ottobre - 30ª domenica del Tempo Ordinario - Anno A
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