Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 3 giugno - Corpus Domini - Anno B

Quando c’è di mezzo Dio, Lui si prende tutto

Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-1; Mc 14, 12-16. 22-26

Viviamo e celebriamo la Festa del Corpo e Sangue di Cristo Gesù. È lui, la sua presenza in mezzo a noi che festeggiamo, la presenza del Signore col Suo Corpo e Sangue che non è un fatto relegato solo a quella sera, “il primo giorno degli Azzimi” nella quale Gesù fece la cena pasquale con i discepoli e neppure festa di un giorno solo.

La prima lettura dal libro dell’Esodo ci ricorda che Dio è un Dio che fa alleanza con il suo popolo, che non possiamo immaginarlo lontano, lassù in alto, che si è avvicinato tanto da intrecciare la sua storia con la nostra, che stabilisce con i suoi figli un patto d’amore.

Colpisce quante volte viene ripetuto “tutti”: quando c’è di mezzo Dio non c’è risparmio, non c’è un pezzetto soltanto, ma tutto. Le parole di Dio... non alcune, le più belle, le più facili per me... No, “tutte le parole”. E dal personale a tutto il popolo... Che bello e che difficile! Tutto il popolo, non solo quelli con cui sto bene, con cui c’è più affinità, con il colore della mia pelle. No, tutto il popolo.

Nella lettura del Vangelo di Marco viene rafforzata questa totalità di presenza e di dono. Ciò che ci è dato da mangiare e da bere sono il Corpo e il Sangue di Gesù nella loro più precisa identità. Questi elementi diventano il sacramento di ciò che farà il giorno dopo, dando la Sua risposta al Padre sulla croce, e noi non potendo partecipare a questo momento storico, per opera dello Spirito Santo viviamo nell’Eucarestia la sua offerta al Padre e ai discepoli di ieri e di oggi.

Il gesto di Gesù responsabilizza ciascuno di noi a dare tutto a tutti, a vivere gesti di speranza, di resurrezione, gesti di amore. Siamo chiamati e mandati a fare una “storia di Salvezza” per tutti gli uomini, per sempre; a farci noi corpo spezzato, sangue versato per restituire al Padre tutti i suoi figli.

Non è sufficiente fare la Comunione, occorre essere e fare comunione, realizzare unità, essere operatori di pace e concordia. La presenza di Gesù fra noi ci porta ad avere la consapevolezza di sentirsi in cammino e che quindi la sintesi fra Chiesa - tempio e chiesa - ospedale da campo, tra sacrestia e strada non è una cosa che si può dare per certa e assodata con alcune piccole attenzioni realizzabili in pochi istanti, ma fa parte di un lento, faticoso ed entusiasmante cammino di costruzione della comunione nella comunità, tra rispetto della tradizione e slancio profetico in avanti.

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