Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 4 novembre - 31esima domenica Tempo Ordinario - anno B

L’amore verso Dio è autentico solo se si traduce in amore verso il prossimo

Dt 6,2-6; Salmo 17; Eb 7,23-28; Mc 12,28-34

Il brano che ascolteremo nella liturgia domenicale inizia con un movimento: l’avvicinarsi. Sono queste le parole che troviamo nel testo di Marco: “In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi...” (Mc 12,28a). Ognuno di noi è invitato ad avvicinarsi a Gesù portando a Lui le domande che abitano la nostra vita.

Questo scriba, cioè questo esperto dei testi sacri che era incaricato di trascrivere le Scritture, si avvicina a Gesù con una domanda che è per noi necessario comprendere bene se vogliamo entrare in questa pagina del Vangelo e metterci in ascolto di quella Parola che il Signore vuole donarci attraverso le Scritture: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (Mc 12,28c).

Per un ebreo, quella da dare, non era una risposta difficile. I comandamenti erano ben noti e il primo è quello che proibisce l’idolatria, vale a dire: “Non avrai altro Dio all’infuori di me” (così come formulato sia in Es 20,3 sia in Dt 5,7).

È vero che i rabbini e i farisei (cioè quelli che spiegavano e interpretavano le Scritture) avevano ricavato dalla legge un elenco di ben 613 precetti da osservare, tra proibizioni e comandamenti veri e propri. Come pure è vero che tra le diverse scuole rabbiniche c’erano interpretazioni differenti, a volte anche contrastanti, più o meno restrittive.

La risposta di Gesù, come sempre, è sconcertante. Gesù non risponde citando i comandamenti, ma fa riferimento al Credo del popolo di Israele (cfr Dt 4,35).

Non dice ciò che Dio ci chiede o comanda di fare, ma rimanda a chi Dio è e alla conseguenza più immediata per la nostra vita, cioè l’amore a Lui e al prossimo (cfr Lv 19,18), perché l’amore verso Dio è autentico solo se sa tradursi in amore verso il prossimo. Se perdiamo questo fondamento, niente di ciò che facciamo ha senso.

Ecco perché la Liturgia ci invita a pregare, all’inizio della celebrazione, con queste parole: “O Dio, tu sei l’unico Signore e non c’è altro Dio all'infuori di te; donaci la grazia dell’ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola parola che salva, il Vangelo del tuo Figlio”.

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