Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 5 dicembre - 2ª domenica di Avvento - Anno C

IN AVVENTO PREPARIAMO LA VIA DEL SIGNORE

Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

Appena sentiamo la sigla di inizio del Telegiornale alziamo le orecchie per sentire le ultime notizie e poi arrivano di corsa i ritratti più importanti dei personaggi di questo mondo: Mattarella, papa Francesco, Draghi, Biden... La stessa impressione mi ha fatto l’inizio del Vangelo di questa domenica che attualizzato sarebbe così: nel primo anno del presidente americano Biden, essendo capi del governo del loro rispettivo Paese, Draghi, Macron, Schallimberg, Sanchez, sotto il pontificato di papa Francesco “la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”.

Infatti, grazie al cielo, non mancano anche oggi i “Giovanni Battista” - non solo ecclesiastici ma anche laici, non solo uomini, ma anche donne - perfino adolescenti hanno dovuto alzare la voce perché questo mondo non fosse del tutto ridotto a una specie di deserto.

Ritorniamo a Luca. Vediamo che Giovanni – che sembra un hippy - parla e parla anche per suo padre Zaccaria, “predicando un battesimo di conversione”. Ma che parola inopportuna: “Conversione/metanoia”. Noi avremmo scelto un termine un po’ più attrattivo, e neppure “sinodale”: troppo indigesto al giorno d’oggi.

Proviamo a soffermarci sulla parola “conversione”. La concezione che ne ha Luca presenta sfaccettature particolari: rimane molto vincolata al perdono dei peccati o al battesimo. “Il pentimento” risulta essere la condizione per ricevere il perdono, requisito previo per ricevere la salvezza. Luca intende per pentimento un cambiamento della condotta che porta alla conversione. Un cambiamento che, evidentemente, esige “fatti” (3,7). Il nostro evangelista ne sottolinea la sfumatura etica, lì quando parla di “frutti di pentimento” (3,8) e dei doveri di ciascuno secondo lo stato in cui si trova e della chiamata di quelle persone che hanno il dito di tutti puntato su di loro per essere dei “pubblicani e peccatori”.

Viviamo in tempi duri, in tempi di astinenza in cui poche volte sentiamo rimbombare voci profetiche nel deserto delle nostre città.

Dimentichiamo per un momento i nostri problemi e preoccupiamoci di preparare in questo Avvento “la via del Signore”, di raddrizzare i suoi sentieri e di fare in modo che tutti sappiano che il Signore si è ricordato di loro. E mentre noi ci trasciniamo di pigrizia in pigrizia, di chiacchiera in chiacchiera, il Signore ci dice: “Rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre” (Bar 5,1).

Si avvicina la festa della nascita di Gesù di Nazaret, un fatto ben attestato storicamente: tutti quei nomi, all’inizio del Vangelo di oggi, ne sono una prova.

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