Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 6 marzo - 1ª domenica di Quaresima - Anno C

QUARESIMA, TEMPO DI GRAZIA DA NON LASCIARSI SFUGGIRE

Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13

“Lo condusse a Gerusalemme... sul pinnacolo del tempio” (Lc 4,9). Che facciamo? Ci tiriamo o no?

Quale pinnacolo? Forse si tratta dell’angolo a sud-est della spianata del tempio, a strapiombo sulla valle del Cedro. Dice Giuseppe Flavio: «L’altezza del portico era tanto grande, che se qualcuno avesse guardato giù dalla cima... avrebbe sofferto di vertigini». Può essere una tentazione, ma anche un invito a tirarci in senso simbolico. La liturgia della Chiesa ci dice “buttati” in questa Quaresima. Cosa ne verrà fuori?

Celebreremo una Pasqua nuova e piena di gioia. Il “Mercoledì delle Ceneri” abbiamo ricevuto uno scossone, un allarme, una trombettata (Gl 2,1). Mi vengono in mente le campane del Duomo, quelle della chiesa dei Servi e di sant’Agostino tutte insieme, e anche quando il nostro chierichetto suona in modo assordante per la benedizione del Santissimo. Non si scherza: il Signore vuol dirci che non dobbiamo dormire e che non possiamo lasciarci scappare questa occasione, questo tempo di grazia: la Quaresima.

Che dice il Vangelo? Gesù colmato di Spirito Santo venne condotto al deserto, luogo di solitudine e di prova, per quaranta giorni. Tutto questo ci ricorda il tempo del diluvio, Mosé sul monte Sinai ed Elia nel deserto. “Tentato dal diavolo”: il calunniatore, l’accusatore, il male in persona.

Siamo di fronte a due punti di vista diametralmente opposti. Alla triplice tentazione di satana, Gesù risponde con un secco rifiuto, armato della parola del Padre, citando il Deuteronomio. Cristo oppone la volontà del Padre e a lui rimane incrollabilmente fedele. Nel deserto, Gesù, affamato, viene consigliato di approfittare dei suoi poteri per sfuggire ai limiti della propria condizione umana. Non facciamoci illusioni: l’essere umano non vive soltanto di pane (4,4). I due litiganti, ora, si trovano di fronte a una visione: tutti i regni del mondo con la loro potenza e gloria saranno nelle mani del Cristo se questi si prostrerà..., basta che si sottometta a lui. Sottometterci al diavolo è proprio l’ultima: non è da consigliare neanche al nostro peggior nemico. Adorerai unicamente il Signore Dio tuo (v. 8).

Poi Luca conclude le tentazioni a Gerusalemme: tutto il suo Vangelo è centrato sulla Città santa. Questa volta anche Satana cita la Sacra scrittura per sfoderare una tentazione di estrema finezza: servirsi della religione per fare prodigi stupendi e nello stesso tempo scappare dalla morte. Egli suggerisce un uso demoniaco del potere. Nella passione, al Crocifisso, per tre volte sarà detto di fare il Messia in modo diverso: «Scendi dalla croce».

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