Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 9 maggio - 6ª domenica Tempo Pasqua - Anno B

«Voi siete miei amici». E ogni cuore si emoziona

At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

Abbiamo ancora nelle orecchie la metafora della vite e i tralci che Gesù ci ha raccontato domenica scorsa e che ora ci viene approfondita.

«Rimanete nel mio amore» (15,9). Qui si chiarisce maggiormente ciò che Cristo aveva detto al versetto 8: il Padre è felice quando vede che i suoi figli danno molto frutto. Lui ha preso l’iniziativa: «Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (15,16). Questo dovrebbe già essere sufficiente per toglierci molte ansie e dover spendere soldi in corsi di auto-stima.

Ma questo “molto frutto” in quale terreno fecondo cresce? Qui si parla del terreno dell’“amore”, un gran regalo che Gesù ci ha fatto.

Dopo l’esortazione a osservare i precetti di Gesù “per amore” e la luce della metafora, comprendiamo meglio cosa voglia dire “rimanete nel mio amore”.

Si tratta di uno stile di vita; di vivere quell’amore che il Maestro non solo ha proclamato, ma che ci ha dimostrato: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (v. 13).

Quando Gesù afferma: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi» (v. 9) si riferisce a un fatto concreto, la crocifissione. In questi versetti 9-10, tutto ha il suo inizio nell’amore del Padre e a esso ritorna.

Si chiude poi il discorso della “vite” mettendo in forte risalto la gioia: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pie». Ne abbiamo veramente bisogno perché il mondo ci fa brillare sotto gli occhi delle gioie che non hanno sostanza: sono egoistiche, effimere e… attenzione a non trasformare le feste in tragedie.

Quella cristiana è l’allegria del tempo pasquale e della costante presenza del Risorto in mezzo a noi: una promessa con tanto di firma.

Guardiamo negli occhi i nostri ragazzi della Prima Comunione e comprenderemo qual è la vera gioia.

Quando una comunità immersa nell’amore di Gesù si lascia trasportare - direi “sopraffare”- dalla vita in Cristo, allora le tempeste non fanno paura e tutti remiamo per lo stesso verso.

Sull’amore reciproco ritorna varie volte il Quarto Vangelo e la Prima lettera di Giovanni. Cristo poi ci dice anche: «Voi siete miei amici». Anche il cuore più duro si emoziona a questa dichiarazione. Ma noi siamo pronti a fare la sua volontà? «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». In questo siamo suoi discepoli. È proprio lì che si vede.

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