Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 9 ottobre - 28ª domenica Tempo Ordinario - Anno C

DIO SI LASCIA INCONTRARE NELLA PERSONA DI GESÙ

2Re 5,14-17; Salmo 97; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19

Luca ogni tanto ci ricorda che Gesù, insieme ai suoi discepoli, cammina “verso Gerusalemme”, verso la meta, verso la croce. Dove si trova il rabbì di Nazaret?

Il testo dice: “Fra i confini di Samaria e Galilea”. Ma così sembra tornare in dietro. Altri dicono: “È lo scrittore che guarda dalla città Santa”. Altri affermano: “Luca non conosce bene la geografia e quindi non ci dà un dato geografico, ma ci parla da un punto di vista teologico”. Notiamo un legame simbolico con un episodio analogo: il racconto del generale siriano Naaman, uno straniero guarito da Eliseo dalla lebbra (2Re 5,1ss). Entrando in un villaggio Gesù incontra “dieci uomini lebbrosi”.

“Lebbroso”, come aggettivo, è solo qui nel Nuovo Testamento. È vero, sono lebbrosi – la peggior malattia di quel tempo, che ti obbligava a tagliare i ponti con amici, familiari e tutta la società - ma erano pur sempre uomini, essere umani. Secondo le regole, essi si fermano a distanza, alzano la voce; Lv 13,45 prescrive quello che devono gridare: “Immondo! Immondo! Immondo! In realtà il loro grido rivolto al “Maestro” è una preghiera, “abbi pietà”: frequente nei Salmi e nella liturgia della Chiesa. Gesù non li guarisce subito, ma li manda dai sacerdoti. Essi avevano il compito di dichiarare impuro il lebbroso, e una volta guarito, di dichiararlo puro. In questo modo, l’ex-lebbroso poteva essere reintegrato nella comunità civile e religiosa.

Il miracolo avviene a distanza, dopo aver obbedito alla Parola di Gesù.

Seconda parte del racconto. Uno di loro, uno dei dieci “vede” la propria guarigione. Ha ritrovato la salute fisica, e molto di più: si è aperto alla fede. Il guarito “tornò indietro lodando Dio” e si prostrò ai suoi piedi (cioè ai piedi di Gesù) per ringraziarlo. Nei versetti 15 e 16 abbiamo verbi importantissimi: “glorificare”, lodare, benedire, applaudire, riferito a Dio, e l’altro: “ringraziare” (eucharistein) diretto a Gesù, di grande risonanza liturgica. Esatto: Dio si lascia incontrare nella persona di Gesù di Nazaret.

Chi era il lebbroso che tornò indietro? “Era un samaritano”, uno straniero, un eretico. Infine Gesù risponde con domande: “Non ne sono stati purificati dieci?”; “Gli altri nove dove sono?”. Questi nove non sono tornati indietro a rendere gloria a Dio: è grave, perché? Lo straniero sì, lui tornò indietro. È la fede che conta, non importa il colore della pelle. Benvenuti gli applausi, se sono sinceri: meno ne riceviamo, meno purgatorio faremo.

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