Attenti allo spread
Lo spread non è un giochetto noioso, ma il termometro della febbre. Adesso sta a 38. Non si muore, con 38 di febbre. Non si resiste a lungo, con 38 di febbre. Se poi sale…
Il fatto è che il “chissenefrega dello spread” non può stare in piedi, e anche se non lo capisce il “popolo”, lo capiscono tutti gli altri: compresi coloro che appunto dicono chissenefrega. Perché questa situazione rischia anzitutto di mandare in malora il sistema bancario italiano, reduce da anni di vera passione e zeppo di titoli di Stato italiani in cassaforte.
Se questi perdono valore a rotta di collo, come sta accadendo, il patrimonio delle banche viene depauperato e le soluzioni a quel punto sono due: o lo si reintegra, chiedendo soldi agli azionisti (auguri! Ci sono banche italiane come Montepaschi e Carige che sono già adesso in coma vigilato), o si stringono brutalmente i lacci di un credito sempre meno coperto da mezzi patrimoniali. A quel punto o crolla la Borsa, o crolla l’economia.
Già oggi i mutui cominciano a soffrire, certi prestiti bancari vengono rimonitorati o viene chiesto un più rapido rientro. Già oggi le banche si “buttano avanti” diventando più selettive nell’immettere soldi nel sistema economico. Ma se la situazione non rientra, e rapidamente, o anzi peggiora ancora di più, la frittata è fatta e si torna in piena recessione. E un po’ tutti sottolineano – anche dentro il governo – che a quota 400 le uova non si riaggiustano più.
Allora anche il “popolo” avvertirà dolorosamente le conseguenze di questa situazione: chiusure aziendali, licenziamenti, caromutui, insomma più spese e meno incassi per tutti. E questo è solo il gradino più lieve da affrontare. Dei più pesanti, non vogliamo nemmeno scrivere. Il fatto è che il prezzo dei titoli sta scendendo (e questo allarga appunto il differenziale – lo spread – con i titoli tedeschi) perché manca chi li acquista.
Manca la fiducia in uno Stato che ha un debito enorme e che chiede di fare altri debiti. E solo una quota marginale di Btp sta nei portafogli degli italiani. Direttamente. Indirettamente, i nostri soldi sono completamente coinvolti. La situazione sta avendo pesanti riflessi in Borsa, che ha perso da inizio anno decine di miliardi di euro di controvalore; le obbligazioni aziendali fatalmente ne risentiranno; altre forme di investimento appunto fanno capo ai mercati azionari e obbligazionari.
Insomma: occhio. Lo spread non è un giochetto noioso, ma il termometro della febbre. Adesso sta a 38. Non si muore, con 38 di febbre. Non si resiste a lungo, con 38 di febbre. Se poi sale…
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