Editoriale
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Attenzione ai falsi miti

Candidati che entrano ed escono dalle liste, pressioni, ripescaggi e litigi. Nulla di nuovo, anche se la fragilità della politica è specchio della liquidità della società civile.

Attenzione ai falsi miti

Lo dico subito: non mi scandalizzo per quanto è successo per la composizione delle liste dei candidati per le prossime elezioni politiche del 4 marzo. A meno di un mese dall’apertura delle urne, siamo stati tutti quanti subissati da telegiornali, notiziari radio, siti internet, giornali e social per ciò che stava accadendo nelle segreterie dei partiti.

È stato come un sorta di “Tutto il calcio minuto per minuto” con parlamentari o aspiranti tali che entravano e uscivano dagli elenchi dei pochi eletti chiamati a comporre liste a cui molti ambiscono. È stato talmente pressante il tambureggiamento che abbiamo tirato un sospiro di sollievo la sera di lunedì scorso quando la telenovela è terminata.

Ammettiamolo: è sempre successo così. Lo dice anche Stefano De Martis nella settimanale nota politica redatta per l’agenzia Sir. Stavolta, però, il grado di litigiosità può darsi sia davvero aumentato. Di certo è cresciuta l’attenzione mediatica, quell’andare ogni secondo dietro a questo o a quel leader di partito per sapere chi entrava o chi stava fuori. Proprio come quando si chiedeva al commissario tecnico della Nazionale di calcio circa la presenza in campo di Roberto Baggio. Un tormentone, come quello vissuto nei giorni appena trascorsi.

Inoltre c’è un’altra annotazione che occorre rilevare. La prendo a prestito, e ovviamente la sottoscrivo, dal costituzionalista Marco Olivetti che martedì scorso, in un fondo apparso a pagina 2 di Avvenire, così ha scritto: “Attenzione a non coltivare falsi miti: la società civile italiana del nostro tempo non è meno fragile o meno vertebrata della classe politica. In una società più che mai liquida, timorosa, incerta, la definizione dell’offerta politica difficilmente può produrre risultati tanto migliori di quelli che sono sotto i nostri occhi”.

Mi pare sia una bella lezione per tutti noi, nessuno escluso. Con ogni probabilità è anche vero che la classe politica di questi tempi non offra il meglio di sé. Lo abbiamo visto anche con lo spettacolo delle liste dei candidati. Ma come osserva Olivetti, una società come la nostra, così sfilacciata, così paurosa, così poco rivolta al futuro che volete possa esprimere?

Non si tratta neppure di avere regole migliori rispetto a quelle con le quali siamo chiamati a confrontarci. Tutti i sistemi sono migliorabili, e occorrerà farlo quanto prima, senza essere di fretta come capitato nei mesi recenti. È in noi, nelle nostre convinzioni e nelle nostre motivazioni che qualcosa può e deve cambiare. Per chi ci muoviamo? Per chi spendiamo le nostre energie? Cosa vale per la nostra vita? Chi o cosa le dà un senso? Dalle risposte a queste domande dipende il nostro domani.

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