Editoriale
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I cattolici, il Paese e la politica

Una bussola per leggere i segni dei tempi, orientarsi e impegnarsi insieme

Prima pagina del numero 3 del 2018

Scrutare “i segni dei tempi” per leggere il libro del mondo. E dell’Italia. Si può condensare in queste parole la prolusione del cardinale Gualtiero Bassetti pronunciata lunedì scorso in apertura dei lavori del consiglio permanente della Cei, la Conferenza episcopale italiana (cfr pag. 16).

Dal denso e appassionato testo che dice di quanto i vescovi italiani vivano nella realtà e abbiano a cuore e condividano le sorti del Paese e di quanti lo abitano, traggo una sorta di bussola.

Ricostruire, ricucire, pacificare sono le azioni raccomandate dal porporato. Non c’è solo il dopo terremoto da ricostruire in Italia, ma anche e soprattutto il futuro delle famiglie e la speranza di tutti in un Paese in crisi di identità, troppo ripiegato su se stesso e spesso occupato solo a consolidare quanto raggiunto.

Nel ricucire c’è l’invito a tenere unito quel che appare diviso. E ciò non vale solo per la comunità civile, ma anche per quella ecclesiale, per camminare insieme.

Pacificare, l’ultimo dei tre verbi, perché l’Italia sembra attraversata da un “rancore sociale e dall’emergere di paure collettive” evocati anche con “discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente”, come ha ricordato l’arcivescovo di Perugia.

Poi ci sono le tre priorità: lavoro, famiglia, giovani. “Lavorare meglio, lavorare tutti”, ha detto il presidente della Cei. Troppi sono obbligati a “un’amara e dolorosa emigrazione”. Troppi, diciamolo, anche qui in Romagna. Un grido di dolore, non solo di chi è costretto ad andarsene, ma anche di tante famiglie che invece andrebbero aiutate e sostenute. Una perdita per tutti i territori. Un impoverimento per la società e il suo futuro.

Infine la politica, in vista dell’appuntamento con le urne del prossimo 4 marzo. La vocazione politica, “una missione e non un trampolino di lancio verso il potere”. Una delle forme più preziose di carità perché si interessa del bene comune. Ce lo siamo ricordato a vicenda, negli anni, infinite volte. Ci abbiamo creduto poco, visti i risultati sul campo. Ora viene ribadito ancora assieme alla “sobrietà nelle parole e nei comportamenti”, anche perché è “immorale lanciare promesse che già si sa non si possono mantenere”. Come è immorale “speculare sulle paure della gente”.

Per i cattolici in politica, tre forti raccomandazioni. La prima: gratuità e spirito di servizio. La seconda: guardare al passato per costruire il futuro. La terza: avere cura, senza intermittenza, “dei poveri e della difesa della vita”. Un breve vademecum che è ben più di un programma per un intenso lavoro. In politica e non solo.

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