Editoriale
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Il presidente garante dei cittadini

La fase politica che sta attraversando il Paese, in cui attese, speranze e preoccupazioni si intrecciano senza che sia possibile districarle, ha messo in luce in modo chiaro come non mai il ruolo fondamentale svolto dal Presidente della Repubblica.

Il presidente garante dei cittadini

La fase politica che sta attraversando il Paese, in cui attese, speranze e preoccupazioni si intrecciano senza che sia possibile districarle, ha messo in luce in modo chiaro come non mai il ruolo fondamentale svolto dal Presidente della Repubblica.

Chi conosce la storia umana e politica di Sergio Mattarella non ha mai avuto dubbi sulla sua capacità di interpretare al meglio la responsabilità che gli è stata affidata, con un ancoraggio saldo e convinto alla Costituzione, riuscendo a trovare nella Carta – che pure compie settant’anni – gli strumenti per affrontare una crisi politica dai caratteri radicalmente inediti.

Senza che questo implichi automaticamente un giudizio sugli altri Presidenti che si sono succeduti da De Nicola in poi (ogni fase politica ha le sue esigenze e le sue priorità) verrebbe quasi da dire che lo stile Mattarella è così cucito sulla Costituzione che oggi risulta difficile immaginare come si potrebbe fare il Presidente in un altro modo.

Non è un caso che nel discorso del 12 maggio a Dogliani, in occasione dell’anniversario del giuramento come Capo dello Stato di Luigi Einaudi, si sia riferito proprio agli scritti e alle scelte di colui che è stato il primo Presidente della Repubblica eletto in base alla Costituzione del 1948 (De Nicola, che era Capo provvisorio dello Stato, assunse il titolo in virtù della prima disposizione transitoria della Carta) per riaffermare il dovere di servirsi in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio, cercando sempre “leale sintonia” con il Governo e il Parlamento.

Una lezione e un’esperienza veramente paradigmatiche, quelle di Einaudi, già comprensive persino di quella opzione che oggi definiremmo “governo del Presidente”, quando dopo le elezioni del 1953 incaricò in assoluta autonomia Giuseppe Pella di formare il nuovo governo. Un esecutivo che durò pochi mesi, ma consentì la nascita di una maggioranza stabile.

Non solo l’articolo 92 sul potere di nomina del Presidente del Consiglio e dei ministri: rileggendo Einaudi, Mattarella ha ripercorso punto per punto tutte le attribuzioni costituzionali del Presidente. Attribuzioni che le forze politiche hanno spesso vissuto con insofferenza – non soltanto ora, beninteso – e che invece rappresentano una garanzia per tutti i cittadini.

Perché la democrazia non è la dittatura della maggioranza ma, come recita il primo articolo della Carta del 1948, “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. E di questa Costituzione il Presidente della Repubblica è il garante, come sottolineò lo stesso Mattarella nel discorso del suo giuramento, il 3 febbraio del 2015.

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