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L’incontro, la notizia

Per capire bisogna andarci. Non tanto per partecipare a uno dei tantissimi eventi, a visitare le mostre, a vedere qualche spettacolo, sì, anche quello. Ma soprattutto per toccare da vicino cosa muove quel popolo che da 43 anni in piena estate si dà appuntamento a Rimini, non per andare al mare, ma per testimoniare il motivo per cui si mette in moto

L’incontro, la notizia

Per capire bisogna andarci. Per comprendere quel che accade davvero. Non tanto per partecipare a uno dei tantissimi eventi, a visitare le mostre, a vedere qualche spettacolo, sì, anche quello. Ma soprattutto per toccare da vicino cosa muove quel popolo che da 43 anni in piena estate si dà appuntamento a Rimini, non per andare al mare, ma per testimoniare il motivo per cui si mette in moto. “Una passione per l’uomo”, il titolo dell’edizione 2022, dà l’idea di quanto succede dentro i padiglioni della Fiera che si animano di una presenza festante e gioiosa, persino contagiosa. Per un occhio attento e curioso, l’autentica notizia del Meeting proposto dal movimento di Comunione e liberazione non è costituita dalla partecipazione di illustri ospiti e neppure dalle loro dichiarazioni, anche se rilasciate nel pieno di una campagna elettorale inedita come quella che l’Italia vive in queste settimane. La notizia eclatante che sfugge a buona parte dei giornalisti che frequentano la sala stampa e rincorrono i vip sta nel Meeting stesso.

Sta nell’eccezionalità di un evento che si ripete grazie a migliaia di volontari che con slancio ed entusiasmo si tuffano in un’avventura che dà ragione di ciò che produce l’incontro con l’avvenimento cristiano. Non è uno sforzo collettivo quello cui si partecipa, ma è la conseguenza di una presa di coscienza. L’ha detto molto bene il cardinale Matteo Zuppi, intervenuto domenica scorsa a dialogare sul tema della kermesse. «La passione per l’altro ci fa capire chi siamo». Muoverci da noi stessi, uscire dall’individualismo che «diventa anche nazionalismo» è un vantaggio.

È un di più, il centuplo quaggiù, a disposizione di tutti.

«Pensiamo di essere noi stessi – ha aggiunto il porporato – se prendiamo, se possediamo, non capendo che, al contrario, le risposte vanno cercate e trovate nella connessione con gli altri». La passione per l’uomo, appunto, quella che muove il popolo del Meeting e milioni di credenti nel mondo, è il cuore dell’esperienza dei cristiani che sanno vedere negli altri un fratello. «Siamo fatti per volere bene», ha detto ancora il presidente della Cei. Non siamo fatti per essere arrabbiati, musoni, lamentoni, aggiungo io. Siamo stati generati per amare, per vivere in pieno il meraviglioso dono della vita. Chi è impegnato al Meeting offre, forse senza rendersene conto, la testimonianza di una fede incarnata capace ancora oggi di stupire, proprio come accadde duemila anni fa.

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