Editoriale
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Santa Pasqua 2023

La luce è più forte

La vita è più forte della morte. La luce è ancora capace di diradare le tenebre

La luce è più forte

«Come celebrare quest’anno la festa più importante del cristianesimo, la santa Pasqua, mentre sfilano i carri armati e cadono le bombe sulle città ucraine seminando morte e distruzione?». Iniziavo così il messaggio di Pasqua dell’anno scorso. Eravamo a pochi mesi dall’inizio di una guerra terribile e assurda. Speravamo di poter pronunciare, dopo poco tempo, la parola fine. Purtroppo siamo ancora qui, dopo un anno e più, a celebrare la Pasqua assordati ancora dai rombi dei cannoni alle porte, con i telegiornali che mostrano vite umane spezzate, con le agenzie di stampa costrette a registrare agghiaccianti racconti di morte.

Per di più, quest’anno si sono aggiunte le tragedie di Cutro e il terremoto in Turchia e Siria con il loro carico di morti e dispersi. Ha senso dire anche quest’anno a tutti voi: fratelli e sorelle, è Pasqua! Buona Pasqua!? Mi sono chiesto: quale ragionamento posso addurre, su quale motivazione posso fare leva per continuare ad augurare una buona Pasqua? Vi confesso che ho avuto un attimo di esitazione.

Ma poi… È successo che dovendo interrompere questo scritto, appena iniziato, per un impegno pastorale in Diocesi, sono dovuto uscire e percorrendo una strada lungo i campi delle nostre colline ho ammirato con gioia estasiante gli alberi di peschi, di albicocchi, in fiore e sulla via Romea sono stato attirato dalla vasta distesa di tulipani variopinti in una incontenibile esplosione di colori. E lì ho trovato la risposta. Sì, buona Pasqua, fratelli e sorelle. Perché la vita è più forte della morte. La luce è ancora capace di diradare le tenebre.

Perché anche nelle tragedie più dolorose sono nascosti germi di speranza. Stiamo uscendo dalla pandemia. Per due anni abbiamo vissuto nell’incubo dell’infezione. E ora riconosciamo che non è stato tutto male, tutto negativo, tutto da buttare. Quell’evento ci ha insegnato qualcosa. Perché, come ha scritto un antico padre della Chiesa, «la celebrazione liturgica ci sostiene nelle afflizioni che incontriamo in questo mondo. Per mezzo di essa Dio ci accorda quella gioia della salvezza che accresce la fraternità. Mediante l’azione sacramentale della festa, infatti, ci fonde in un’unica assemblea, ci unisce tutti spiritualmente e fa ritrovare vicini anche i lontani» (Atanasio). Sì, la Chiesa continuerà anche quest’anno, nelle sue liturgie a cantare l’Alleluia.

Cristo è risorto. Alleluia!

*vescovo

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