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La luna di Kiev

Come possiamo quest’anno augurarci Buona Pasqua, quando milioni di donne, bambini e anziani sono costretti a lasciare le loro case e le loro terre per rifugiarsi in paesi stranieri?

La luna di Kiev

Come celebrare quest’anno la festa più importante del cristianesimo, la santa Pasqua, mentre sfilano i carri armati e cadono le bombe sulle città ucraine seminando morte e distruzione? Come possiamo quest’anno augurarci Buona Pasqua, quando milioni di donne, bambini e anziani sono costretti a lasciare le loro case e le loro terre per rifugiarsi in paesi stranieri? Come rallegrarci e cantare l’Alleluia quando, in Ucraina, al suono delle campane delle chiese, si sovrappone, fino a smorzarlo, l’assordante clamore delle armi e dei missili che devastano la vita delle persone, uccidendo civili e militari?

Come è possibile? Forse affiora alla nostra mente il medesimo pensiero che colse il poeta Rodari, quando, cento anni fa, si chiedeva:

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.

Sì, le vicende umane subiscono intoppi, rallentamenti, arresti, ritorni al passato; si incrudeliscono al punto che gli uomini preferiscono innalzare muri piuttosto che costruire ponti, ma la luna continua a splendere. Per tutti.

Nel suo incessante ‘sorgere’ e ‘calare’ dice: anche nella notte più buia c’è sempre la mia luce, che orienta. È un’immagine molto bella e suggestiva, anche perché rimanda a un altro astro luminoso, ben più splendente: il sole. Essa non brilla di luce propria, ma riflessa: quella del sole che per noi cristiani rappresenta il Cristo Signore, “sole che sorge dall’alto” (Lc 1, 78). Non c’è nella storia umana evento così calamitoso e disastroso da eliminare questa luce che in alto, con o senza le nuvole, sempre splende.

Perciò, anche quest’anno, in quest’ora così buia e dolorosa, noi cristiani ci scambiamo gli auguri pasquali: Alleluia, Cristo è risorto, Alleluia! Risorga Cristo nei nostri cuori! Risorga sul popolo ucraino provato e umiliato dall’odio fratricida e sacrilego. Risorga sui bambini privati del sorriso e dei loro giochi. Risorga sulle donne e sugli uomini senza più casa, lavoro e affetti. Risorga sugli anziani cui è impedito di continuare a sognare. Risorga anche nel cuore di chi cova e medita progetti di morte e di distruzione e lo conduca alla conversione. Risorgi, Signore, in ciascuno di noi.

*vescovo

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