Editoriale
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Rischio o utopia

Questa settimana, visti i temi “caldi” dell'estate, al posto dell'editoriale pubblico questa lettera di Giorgio Pollastri della Comunità Papa Giovanni XXIII, responsabile della casa accoglienza migranti di Bagnile di Cesena e da 31 anni papà di una casa famiglia a Savignano sul Rubicone. (Fz)

Rischio o utopia

Caro direttore,
so di toccare un tema un po’ difficile, ma il bene delle persone supera ogni cosa. Da qualche anno e ultimamente molto di più, chiedere una casa in affitto non è facile. Ho saputo che molte volte succede, anche nel nostro territorio, che quando si va in un’agenzia o da un privato a chiedere un appartamento in affitto, viene spesso detto: “Venga che ne parliamo... dovrebbe essercene uno...”.

Poi quando ci si presenta come persona nera, o in generale straniera, viene detto che l’appartamento è già occupato. Oppure mi è capitato che un amico mi indichi un appartamento che affittano. Si prende un appuntamento con la persona interessata e l’appartamento è già occupato, perché chi è interessato è nero. Addirittura, sta succedendo spesso, a un africano che lavora anche con contratto a lungo termine e si presenta per vedere un appartamento con il datore di lavoro che garantisce che è una persona seria, viene detto di no.

Capisco che affittare a volte è un rischio e lo sappiamo tutti: non si paga l’affitto, si fanno danni in casa... Allora non bisogna affittare più niente perché conosco anche tantissimi bianchi che hanno fatto così. Però non va bene, perché non è giusto rischiare solo in quello che vogliamo noi individui, no non va bene. Noi (mi ci metto in mezzo anch’io perché sono un bianco) rischiamo in cose molto più pericolose: diamo in mano auto potenti ai nostri figli, diamo delle libertà ai nostri figli che adoperano malissimo e spesso fanno danni.

Puntiamo la nostra vita in tante cose esteriori che poi ci cadono tutte e andiamo in depressione. Rischiamo moltissimo nell’educazione dei nostri figli dando spesso cose senza tramettere valori e questo causa tanti danni nella loro e nella nostra vita. Rischiamo tutto con i divorzi sulla pelle dei nostri figli. Rischiamo nell’investire soldi pur di farne di più pensando che sia una sicurezza.

Rischiamo di dirci cristiani e poi, finita la Messa, ci dimentichiamo di chiederci “ma cosa faresti tu Gesù in questo momento?”. Rischiamo in cose così importanti per la vita di tutti e non rischiamo un affitto per persone che hanno intrapreso una vita in Italia, hanno il lavoro, hanno una garanzia, c’è chi li segue e li aiuta a continuare l’inserimento nel nostro territorio. Come facciamo a crescere dei figli robusti nel carattere, che sappiano rischiare nelle idee che hanno...

Caro direttore, non mi dica anche lei che è una utopia...

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