Editoriale
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il punto di vista del direttore

Sandra e il don

Ricordo con nettezza la sera in cui don Oreste Benzi, a notte fonda, mi fece salire in casa sua, nella canonica accanto alla parrocchia della Resurrezione, vicino al casello autostradale di Rimini sud. Mi consegnò, come fosse la cosa più preziosa che potesse avere per le mani, un plico di fogli che costituivano il diario di Sandra Sabattini, la 23enne beatificata domenica scorsa

Sandra e il don

La vita è fatta di incontri. Alcuni diventano decisivi. Altri scivolano via senza lasciare un segno. Dei primi si ha un’immagine nitida, di quelle che non ti lasciano più. Sono impressi nella memoria e nel cuore. Segnano ancora i giorni. Anzi, li indirizzano.

Ricordo con nettezza la sera in cui don Oreste Benzi, a notte fonda, mi fece salire in casa sua, nella canonica accanto alla parrocchia della Resurrezione, vicino al casello autostradale di Rimini sud. Mi consegnò, come fosse la cosa più preziosa che potesse avere per le mani, un plico di fogli che costituivano il diario di Sandra Sabattini, la 23enne beatificata domenica scorsa. Mi chiese, in quell’occasione, di rimettere ordine negli appunti sparsi fra date precise e foglietti con frasi aggiunte senza l’indicazione del giorno. Ne uscì un volume che pubblicammo nel 2003 per le edizioni Àncora di Milano.

Riprendere in mano oggi quel libro e riascoltare l’audio che un caro amico mi ha inoltrato su Whatsapp dell’incontro al Meeting nell’agosto del 2004 sulla presentazione del Diario è un’esperienza da condividere. Ecco perché non la tengo per me. A cavallo tra la beatificazione, i giorni dedicati ai santi e ai defunti e l’anniversario della morte di don Benzi, vale la pena fermarsi un attimo a riflettere sulla vita della giovane Sandra.

Un’esistenza, la sua, vissuta a tutto gas, mai con il freno tirato. Non c’era un solo minuto da perdere, dal mattino molto presto fino a sera. La vita le era stata donata, questo è il suo grande messaggio. Lei ne aveva piena consapevolezza. Andava restituita a Colui che gliela aveva data. E se possibile, con gli interessi, vista la bellezza dell’esperienza che le era capitata. Sandra è una di noi. Uno di quei santi della porta accanto di cui sempre con don Benzi parlammo in un altro libro scritto a quattro mani.

Quelle persone che, nonostante tutto, tengono in piedi il mondo. Proprio com’era lo stesso don, un gigante nella fede e nelle opere. Una grazia immensa per chi lo ha conosciuto e ha avuto la fortuna di stargli accanto. I santi, queste persone così normali e al tempo stesso straordinarie, con lo sguardo rivolto al cielo e i piedi ben piantati in terra. Gente animata da una tensione continua. Sì, perché nella vita si tratta di scegliere, ogni giorno, da che parte stare, per chi e per cosa vivere. Se siamo capaci di ascoltarci, siamo tutti attratti da una sete di compimento. Assetati e inquieti, sempre, alla maniera di Sandra e del don.

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