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Stampa cattolica

Secondo il tutto

Quella che si celebra domenica 8 novembre ci vede, come Corriere Cesenate, tra i protagonisti. Con noi un fratello maggiore, il quotidiano Avvenire che dal 1968 dà voce ai cattolici in Italia. Una diffusione straordinaria di copie nelle le chiese della nostra Diocesi sarà il segno di un’attenzione particolare che ricorre una volta l’anno

Secondo il tutto

Una giornata diocesana dedicata a due mezzi di informazione. Quella che si celebra domenica 8 novembre ci vede, come Corriere Cesenate, tra i protagonisti. Con noi un fratello maggiore, il quotidiano Avvenire che dal 1968 dà voce ai cattolici in Italia. Una diffusione straordinaria di copie nelle le chiese della nostra Diocesi sarà il segno di un’attenzione particolare che ricorre una volta l’anno.

Perché dedicare questa cura a due giornali, qualcuno si può chiedere? Perché la comunicazione ci pervade in ogni istante, fa parte della nostra vita, la condiziona, la amplia e la limita al tempo stesso. Spesso non ce ne accorgiamo, ma i nostri comportamenti e i nostri giudizi sono condizionati da ciò che leggiamo, da quello che vediamo, da quanto ascoltiamo e da tutto ciò che ci arriva dalla rete.

“Si avverte l’urgente bisogno di notizie comunicate con serenità, precisione e completezza – ha detto papa Francesco il 16 dicembre 2017 ai periodici cattolici incontrati con la Fisc, la Federazione nazionale che li riunisce dal 1966 – con linguaggio pacato, in modo da favorire una proficua riflessione. Parole ponderate e chiare, che respingano l’inflazione del discorso allusivo, gridato e ambiguo”.

C’è bisogno di amici di cui fidarsi, lo si intende benissimo dalle parole di Bergoglio. Nel bailamme in cui siamo immersi, ci vogliono delle bussole per orientarsi, degli strumenti cui affidare la nostra navigazione. È difficilissimo districarsi nella selva comunicativa che ci pervade. Ecco perché risulta decisivo offrire criteri di giudizio e piste di interpretazione in modo che la pubblica opinione “sia in grado di capire e discernere” e di formarsi.

Sì, ma sono cattolici, è un’obiezione diffusa. Sono di parte. Non offrono, Avvenire e il Corriere Cesenate, un giudizio oggettivo. Più d’uno avanza questo rilievo, anche tra i più fedeli e gli amici più stretti. “La loro impostazione cattolica non li chiude nell’ambito puramente ecclesiale – scrive il nostro vescovo Douglas nel messaggio che apparirà domenica nella pagina speciale all’interno di Avvenire -. Anzi. Essi sono aperti, proprio secondo il significato della parola cattolico: secondo il tutto. Essi sono consapevoli di doversi confrontare con il mondo, con altre idee e progetti, con tutti, nessuno escluso”.

Leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa: questo è il nostro punto di vista dichiarato fin dalla testata. Un punto di vista che ci concede di spaziare ovunque tra le esperienze umane e ci assegna una forte responsabilità; quella che ci deriva dall’essere coscienti che sul volto di ogni persona è stampato il volto di Dio.

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