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Tempi liturgici

Sentieri nuovi

Chi l’ha detto che la Quaresima deve essere un tempo triste e buio?

 Sentieri nuovi

Ha detto un vescovo: «Chi l’ha detto che la Quaresima deve essere un tempo triste e buio?».

Un testo del tempo quaresimale che ritorna spesso, tratto dal libro dei Salmi, ci invita al contrario. Nel Salmo 50 si dice Rendimi la gioia di essere salvato, sostienimi con uno spirito generoso.

Non possiamo limitare la Quaresima a un periodo di penitenza fine a se stesso, con i suoi ritmi, i pii esercizi come la via Crucis o le stazioni quaresimali, i fioretti e i digiuni. Come popolo di Dio, in cammino con le nostre diversità, dobbiamo intraprendere insieme questo percorso di gioia verso la Pasqua: anche questo vuol dire fare Sinodo e significa essere in cammino.

Questa dimensione ‘sinodale’ è stata sottolineata in modo forte da papa Francesco nel suo recente messaggio per la Quaresima di quest’anno. Commentando l’episodio della Trasfigurazione, Bergoglio sottolinea che «Gesù porta con sé tre discepoli, scelti per essere testimoni di un avvenimento unico». Vuole che quella esperienza di grazia non deve rimanere solitaria, ma va condivisa, «come lo è, del resto, tutta la nostra vita di fede. Gesù lo si segue insieme. (...) Analogamente all’ascesa di Gesù e dei discepoli al Monte Tabor, possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è sinodale, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro».

Al tempo stesso, comunque, non va smarrita la dimensione ascetica della Quaresima, del silenzio, del ritiro e anche della penitenza. «Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale – scrive papa Francesco – hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù».

I sentieri da percorrere si snodano in due direzioni: l’ascolto di Gesù e l’ascesi per non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. Il segreto per una buona Quaresima è vivere con gioia la nostra fede, anche nelle fatiche di ogni giorno. Una gioia che fa allargare lo sguardo, rende lieta l’esistenza e fa essere capaci di condividere con i fratelli non solo l’Eucaristia, ma anche quello che abbiamo ricevuto in dono.

Si tratta di compiere il primo passo.

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