Editoriale
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Festa della famiglia diocesana e festa del patrono

Un segno distintivo

Torna la Festa della famiglia diocesana. Diciamo meglio: è la festa di tutta la Diocesi intesa come comunità dei battezzati. La grande famiglia di Cesena-Sarsina li convoca e li riunisce per alcuni giorni e in alcune occasioni particolari, perché “è bello che i fratelli stiano insieme”.

Un segno distintivo

Torna la Festa della famiglia diocesana. Diciamo meglio: è la festa di tutta la Diocesi intesa come comunità dei battezzati. La grande famiglia di Cesena-Sarsina li convoca e li riunisce per alcuni giorni e in alcune occasioni particolari, perché “è bello che i fratelli stiano insieme”.

Come è pure significativo dare testimonianza di questo stare e convenire per fare festa, per celebrare, per ricordare e anche per adorare (cfr il programma a pagina 7 edizione cartacea).

Non è neppure un caso che questo appuntamento cada nei giorni in cui nelle vie del centro a Cesena si vive la Fiera di San Giovanni. Un evento all’interno di un altro di notevole portata che trova la sua ragione d’essere nei festeggiamenti per il patrono della città. Quel santo profeta che per ultimo preparò la strada al Maestro, a colui cui non era degno neppure di slegare il legaccio dei sandali.

All’interno di un contenitore che richiama migliaia di persone da tutto il territorio e dall’intera Romagna, ma che per certi versi pare abbia smarrito l’origine di tali festeggiamenti, la Chiesa che vive in questa porzione di territorio desidera manifestarsi con alcune proposte forti. Un’aspirazione che nasce non dalla voglia di apparire, ma dal voler partecipare, dal volerci essere, dal protagonismo di chi sa che la vita è da mettere in gioco, sempre e in ogni occasione.

Siamo al termine di un anno pastorale dedicato al lavoro e alla festa, temi scottanti che hanno implicazioni infinite in campi diversi: dal mondo dell’occupazione alle famiglie, ai giovani, alle prospettive future. È stato ricordato anche nel recente convegno diocesano di sabato 8 giugno scorso. Per non parlare del lavoro festivo, dei riposi, dei tempi per la maternità, per i figli, per la cura degli anziani, e solo per citarne alcuni.

Viviamo un cambiamento d’epoca che ci coglie in gran parte impreparati. Abbiamo tutti bisogno di un bagno di umiltà per fermarci, per studiare, per capire, per metterci in sintonia con il mondo di oggi che viaggia a volte troppo in fretta. Ne abbiamo bisogno anche come credenti. Ce lo insegnano le nuove generazioni che non si accontentano più di alcuni precetti e qualche direttiva, come invece è capitato alle generazioni che le hanno precedute. I giovani sono giustamente esigenti e domandano una fede incarnata, vissuta, testimoniata, anche pubblicamente. Senza timori. Senza reticenze.

L’appuntamento diocesano in centro è un gesto pubblico che ogni anno ritorna e pone nel cuore vivo della città un segno distintivo di bellezza, di fascino, d’attrazione. Un gesto che si concretizza con una proposta di eventi diversificata, da vivere in pienezza.

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