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Enciclica

Cuore senza confini

Non c’è nulla di più attuale della vita e del messaggio di Francesco

Ecco la ragione del titolo “Fratelli tutti”, scelto per la sua nuova enciclica da papa Francesco: occorre a tutti un cuore senza confini. Come aveva Francesco di Assisi che fu capace di andare al di là delle distanze dovute all’origine, alla nazionalità, al colore o alla religione. Così giunse in Egitto, in visita al sultano Malikal-Kamil. Nel tempo delle crociate, della guerra e della morte, Francesco scelse altro, scelse l’incontro. Ed ecco perché la firma all’enciclica è stata fatta ad Assisi, accanto alla tomba del poverello. La chiave interpretativa dell’enciclica, sottolinea la sorella carmelitana Cristiana Dobner, è nella comunanza di quel “cuore senza confini” di Francesco, il santo assisiate, e di Francesco, il santo ancora peregrinante nella storia”.

“Non c’è nulla di più attuale della vita e del messaggio di Francesco”, scrive il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei. Cosa che, aggiunge, sottolineava lo stesso Benedetto XVI. Dunque, nulla di più attuale del fatto che un Papa, che fra l’altro ne porta pure il nome, ci aiuti ora a riconoscere l’attualità di quel messaggio. L’urgenza di quel messaggio. E Bassetti conclude: “L’uomo moderno è un idolatra di se stesso, affamato di potere e denaro. Una fame che può essere saziata soltanto con l’unico pane della vita: la Parola di Dio. Per questo motivo, occorre andare incontro al mondo come il Poverello di Assisi: con in volto la gioia e l’amore disarmante di Gesù. Anche nei piccoli gesti quotidiani, infatti, si può cogliere la straordinaria attualità di Francesco”.

Oggi, finite le crociate, l’uomo non ha smesso il vizio delle guerre (esempio nel Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian), della violenza e del depredare la natura oltre che i popoli, erigendo muri per contenere le migrazioni da una terra all’altra facendo vincere solo l’egoismo.

“Papa Francesco desidera una Chiesa in uscita, amica dei più poveri, in dialogo con tutti e, alla luce del Vangelo, ricorda a tutti la centralità dell’essere umano e la sua innata dignità - così dice il cardinale Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso -. È evidente che ben volentieri cerchi ‘alleati e amici’ soprattutto fra coloro che possono attingere a un ricco patrimonio spirituale e a una millenaria saggezza quali le persone di altre tradizioni religiose. Da soli non ci si salva”.

“Al male, creato dalle ingiustizie sociali, l’umanità deve rispondere con il Bene. Il Papa lo ha capito e sta proponendo un patto di fratellanza”. A parlare è Shahrzad Houshmand Zadeh, teologa musulmana e docente alla Facoltà di studi orientali all’Università La Sapienza e alla Pontificia Università Gregoriana.

Sapremo incarnare noi, popolo dei credenti, questa parola Fratellanza, vecchia e nuova, tanto ripetuta in questi giorni?

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