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Biblioteca Malatestiana - Cesena

Direttore scientifico, a che prezzo?

Dopo i ripetuti interventi sulla delicata questione che sta appassionando non pochi a Cesena, torniamo sulle vicende legate alla gestione della biblioteca. E lo facciamo con Claudio Riva, direttore dell’archivio diocesano. Il professore, da anni, fa sentire il suo parere critico sulle scelte che, a suo parere, hanno comportato una riduzione del servizio e della qualità.

Direttore scientifico, a che prezzo?

Affaire Malatestiana. Dopo i ripetuti interventi sulla delicata questione che sta appassionando non pochi a Cesena, torniamo sulle vicende legate alla gestione della biblioteca. E lo facciamo con Claudio Riva, direttore dell’archivio diocesano. Il professore, da anni, fa sentire il suo parere critico per non essere rimasto soddisfatto sia dell’impostazione a suo tempo data da Antonella Agnoli, che venne incaricata di elaborare il nuovo progetto, sia dalle varie scelte in seguito compiute dalla precedente amministrazione comunale. Scelte che, a suo parere, hanno comportato una riduzione del servizio e della qualità.

Con grande piacere ho constatato quanto la Malatestiana sia stata parte integrante dei programmi dell’ultima campagna elettorale da parte di candidati alla poltrona di sindaco, nonché di partiti e liste civiche. Parimenti mi ha soddisfatto la volontà abbastanza generalizzata di voler valorizzare la Malatestiana. Non da tutti però è stato detto con chiarezza e in maniera articolata come si voglia valorizzare la biblioteca.

Per questo mi piace prima di tutto ribadire che la nostra cara città di Cesena possiede un tesoro che non solo deve custodire con passione e onorare con giusto orgoglio, ma soprattutto comprendere con intelligenza crescente nel suo valore e nel suo insegnamento.

Con profondo rammarico ritengo che in questi ultimi anni le cose non siano andate in questa direzione. Cominciamo con il ricordare che il settore della Malatestiana è stato declassato e accorpato al settore Cultura che ha altri compiti e altre mansioni. Solo nei piccoli Comuni gli uffici alla cultura gestiscono direttamente le loro modeste biblioteche. In più la Malatestiana è stata privata del direttore dirigente, dei bibliotecari andati in pensione (dal 2012 e mai sostituiti), dell’autonomia culturale ed economica con l’abolizione della Istituzione e, voce di questi ultimi giorni, del bibliotecario responsabile del servizio “Libraria Domini, libro antico, biblioteche e fondi storici”.

Nel caso della Malatestiana occorre avere una squadra dedita in via esclusiva ai servizi bibliotecari, separando il settore Malatestiana dal settore Cultura. Oltre al direttore dirigente e a un minimo numero di bibliotecari, vanno salvaguardate anche le due vicedirezioni con due unità operative ben distinte: l’una per il settore conservativo, l’altra per il settore moderno.

In questo contesto mi pare che l’annunciata figura del direttore scientifico (lasciando a parte il fatto che il termine di direttore scientifico non rientra nel mansionario) con sterminate mansioni sia più un vice del dirigente della Cultura che non altro. Per tutto questo mi auguro un generale ripensamento di tutta la politica inerente la Malatestiana. Quando è avvenuto il riconoscimento di memoire du monde abbiamo gioito e abbiamo sognato in grande con il progetto, lanciato dal sindaco Giordano Conti, di Grande Malatestiana. A tanto riconoscimento avremmo dovuto come cesenati corrispondere con un aumento numerico del personale qualificato e con un accresciuto impegno di studio e di iniziative.

Purtroppo siamo caduti in un doloroso calo di tensione. Che figura stiamo facendo, mi chiedo spesso, nei confronti della cultura locale, italiana e mondiale? Urge che tutta Cesena, amministratori e cittadini, ne prendano subito coscienza e si attivino per riportare in alto la nostra amata biblioteca. 

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