Adolescenza tra violenza e sfiducia
Spesso i disagi psicologici negli adolescenti comportano azioni violente verso gli altri oppure verso se stessi, attraverso condotte autolesive, disturbi alimentari, suicidio. Oramai tra gli esperti è opinione comune che questi comportamenti siano spesso collegati alla paura del futuro
È di qualche settimana fa la notizia sconvolgente di un litigio scoppiato all'uscita dell'Istituto Alberghiero di Sassari: due ragazze di 16 anni hanno iniziato a picchiarsi violentemente. Una delle due è stata colpita al volto con un tirapugni sotto lo sguardo dei compagni che, anziché fermarla, hanno ripreso tutto con i cellulari per poi pubblicare sui social video che, in poche ore, sono diventati virali.
Spesso i disagi psicologici negli adolescenti comportano azioni violente verso gli altri oppure verso se stessi, attraverso condotte autolesive, disturbi alimentari, suicidio. Oramai tra gli esperti è opinione comune che questi comportamenti siano spesso collegati alla paura del futuro.
Quando non si hanno progetti, si mettono in scena azioni disperate. Oggi una delle modalità per emergere è quella di sovraesporsi socialmente.
Spesso le risse o altri comportamenti violenti vengono ripresi con una videocamera. Si costruisce un video che ha una vasta eco.
Questo è uno dei modi prevalenti che i giovani adottano per emergere nella società; basta anche solo essere presenti durante i fatti di cui poi parleranno i giornali. Si tratta di un fenomeno drammatico che non può essere trascurato.
È importante che la società e le istituzioni propongano azioni e progetti che possano accrescere nei giovani la speranza nel futuro e permettere lo sviluppo della loro progettualità.
Noi tutti dovremmo sentirci coinvolti in questo dolore giovanile perché come sosteneva il commediografo romano: «Nulla che sia umano mi(ci) è estraneo» (« Homo sum: humani nihil a me alienum puto » - Publio Terenzio Afro, 165 a.C.).
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