Natura umana, siamo fragili ma resilienti
Quando ci troviamo di fronte alle calamità, le nostre certezze e illusioni di controllo si sgretolano, rivelando la loro fragilità
Le recenti inondazioni in Romagna ci riportano, con drammatica attualità, alle parole di Giacomo Leopardi: «Venti e turbini smoderati regnano nelle parti e nelle stagioni tranquille dagli altri furori dell’aria. Tal volta io mi ho sentito crollare il tetto in sul capo pel gran carico della neve, tal altra, per l’abbondanza delle piogge la stessa terra, fendendosi, mi si è dileguata di sotto ai piedi; alcune volte mi è bisognato fuggire a tutta lena dai fiumi, che m’inseguivano, come fossi colpevole verso loro di qualche ingiuria». (Dialogo della Natura e di un Islandese, 1824).
Questo potente brano, che sembra descrivere con inquietante precisione gli eventi di questi giorni, mette in luce la fragilità della condizione umana. Quando ci troviamo di fronte a tali calamità, le nostre certezze e illusioni di controllo si sgretolano, rivelando la loro fragilità. È in questi momenti che siamo chiamati a una sfida più profonda: riconoscere e accettare le nostre vulnerabilità, integrandole con le nostre risorse interiori più solide.
Le immagini del 2023 dei romagnoli che, con gli stivali nel fango, lavorano instancabilmente per ricostruire, sono la testimonianza vivente della capacità di reagire dell’essere umano. Ci offrono una potente lezione sulla natura umana: siamo sì fragili come canne al vento, ma anche incredibilmente resilienti, capaci di piegarci senza spezzarci, di cadere e rialzarci, di ricostruire dalle macerie. In questo equilibrio risiede la nostra più autentica natura, quella che ci permette di affrontare le sfide più dure e di emergerne non solo sopravvissuti, ma rinnovati e rafforzati.
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