Pandemia e incertezze

Il 2022 è appena iniziato e i presagi non sono dei migliori. Ci avviciniamo a un nuovo picco di contagi e la stampa ci descrive una situazione pandemica drammatica.

Tuttavia, una quota non trascurabile di cittadini sembra continuare ad avere un atteggiamento scettico o francamente negazionista.

Come rilevato dall’ultimo Rapporto Censis, con il Covid-19, l’irrazionale ha infiltrato la nostra società.

A una maggioranza ragionevole si contrappone un 6 per cento di italiani (circa 3 milioni) che ritiene che il Covid non esista, un 11 per cento per cui il vaccino è inutile e, addirittura un 31 per cento per cui il vaccino è un farmaco sperimentale e chi si vaccina fa da cavia.

È sorprendente come di fronte all’evidenza di un pericolo, l’essere umano possa reagire oscillando tra il panico e l’indifferenza, il catastrofismo e lo scetticismo.

Nonostante la ricerca scientifica proceda in fretta, raggiungendo importanti risultati, allo stato attuale permangono diverse incertezze.

Complice una comunicazione talvolta confusiva, l’ignoto ha generato in diversi cittadini un senso di sfiducia.

È importante imparare a tollerare l’incertezza, appellandoci a quella che Bion chiamava “capacità negativa”, ossia “quella capacità che un uomo possiede di perseverare nelle incertezze (…) senza lasciarsi andare a un’agitata ricerca di fatti e ragioni” (Bion, 1970, p.169) che sfoci in un pensiero irrazionale e difensivo, allo scopo inconscio di allontanare l’angoscia.

L’auspicio è che ognuno di noi mantenga speranza e senso di responsabilità, guardando agli eventi attuali con occhi limpidamente allarmati, che non siano né ingenuamente ottimistici, né dissennatamente indifferenti o rovinosamente catastrofici.