Psicologia quotidiana
stampa

Squid Game. Utile agli adulti, non ai bambini

Le pellicole sudcoreane conquistano sempre più il mondo occidentale, per la loro capacità di oltrepassare i confini reali e immaginari

Squid Game – “Il gioco del calamaro” – è una serie televisiva sudcoreana che sta facendo parlare di sé a livello globale. Scritta e diretta da Hwang Dong-hyuk, è distribuita in tutto il mondo sulla piattaforma Netflix. La fiction, articolata in nove episodi, racconta la storia di un gruppo di persone che rischiano la vita in un gioco mortale per cercare di vincere un cospicuo premio in denaro.

Le pellicole sudcoreane conquistano sempre più il mondo occidentale, per la loro capacità di oltrepassare i confini reali e immaginari. Ricordiamo il regista Bong Jonn-Ho, premio oscar di “Parasite”, Park Chan-wook, Lee Chang-dong e altri autori innovativi, che narrano storie di vendetta, oppressione, violenza cruenta, denunciando una nuova società dove prevalgono disparità economiche e lotte di classe.

Squid Game ci offre la possibilità di riflettere sulla violenza insita nell’essere umano. Rievocando concetti filosofici, come l’Homo homini lupus di Hobbes, e concetti psicoanalitici, come quello freudiano di pulsione di morte, si coglie il valore di questa serie tv. Sono temi importanti su cui riflettere ma che non possono essere colti dal mondo infantile che non ha ancora sviluppato un sistema simbolico-verbale: questo è il punto centrale. La serie TV è vietata ai minori di 14 anni, molti ritengono che dovrebbe essere vietata ai minori di 18 anni, o perlomeno, accompagnata da un dialogo con esperti che possano rappresentare, fornire significati e simboli in grado di produrre una visione più digerita.

Negli ultimi giorni sono molti i genitori e gli insegnanti allarmati che denunciano comportamenti di emulazione da parte dei bambini; è stata lanciata anche una petizione su Change.org dove si richiede la censura della serie Tv.

Certamente si è concordi con questo allarme, tuttavia è importante essere consapevoli che la violenza è diffusa nel mondo virtuale, e risulta difficile, se non impossibile, porre un argine nel mare magnum del web. Stigmatizzare la violenza e operare un controllo attento sui nostri figli è necessario, ma non sufficiente. È infatti fondamentale cercare di dialogare con loro sul perché della violenza, spiegando che l’azione violenta è un tentativo infruttuoso di “sistemare” una conflittualità interna, insita nell’umano. Ci sono diversi validi testi che spiegano ai bambini, attraverso il racconto di storie, questi temi così complessi.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Squid Game. Utile agli adulti, non ai bambini
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento