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Comunicare con il cuore e con il proprio (vero) volto

È in atto un'eclissi del volto che sui media contemporanei. La tendenza più eclatante oggi è il dilagare dei filtri che “correggono” i selfie, allineandoli agli standard estetici richiesti dalla cultura del web

Comunicare con il cuore e con il proprio (vero) volto

Si è celebrata nei giorni scorsi la 57esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, all'insegna dello slogan: “Parlare col cuore”, e accompagnata, come ogni anno, da una rassegna di commenti curata dal giornalista Vincenzo Corrado e dal pedagogista Pier Cesare Rivoltella per l’editrice Scholè-Morcelliana.

Fra i molti approfondimenti del tema contenuti nel volume, il semiologo dell'Università Cattolica Ruggero Eugeni ha scelto di soffermarsi sull'eclissi del volto che, a suo giudizio, contraddistingue i media contemporanei.

La tendenza più eclatante oggi è il dilagare dei filtri che “correggono” i selfie, allineandoli agli standard estetici richiesti dalla cultura del web.

Non c’è bisogno di Photoshop: sugli smartphone basta un semplice tocco. E funziona anche mentre si sta registrando un video o dialogando online.

La possibilità di “abbellimento digitale” ( beautification, nel linguaggio della Rete) non è così innocua come si potrebbe pensare. Non sono pochi gli esperti che hanno iniziato a mettere in guardia dall’uso intensivo di questi strumenti, che causerebbe un disallineamento tra l’immagine reale del proprio corpo, quella autopercepita e quella desiderata, con conseguenti disturbi psicologici.

Speculare a questa tendenza è quella del #nofilter, che rifugge dai filtri fotografici e a cui si allineano anche alcuni personaggi dello star system, specialmente in particolari momenti come una situazione dolorosa o un lutto.

Volti inesistenti ma assolutamente credibili sono quelli creati con sofisticati programmi di intelligenza artificiale (AI) per gli scopi più vari: registrare uno spot pubblicitario, aprire un profilo social, presentarsi su un sito di incontri.

«Torniamo così in un certo senso al punto di partenza – scrive Eugeni –: ai soggetti senza volto individuati all’inizio corrispondono ora volti che non presentano dietro e dentro di sé nessun soggetto. Volti completamente datificati, oggettificati, mercificati».

A proposito di intelligenza artificiale e di volti, a metà giugno è attesa l’approvazione, da parte del Parlamento europeo, dell’Artificial Intelligence Act, il primo regolamento al mondo su questo tipo di tecnologia.

La bozza, su cui si riscontra ampio consenso, prevede obblighi severi e in particolare il divieto di utilizzare software di identificazione biometrica, che comprende anche il riconoscimento facciale, se non a posteriori per reati gravi e previa autorizzazione del giudice.

Certe scene a cui ci hanno abituato i film e le serie tv resteranno nell’ambito della fiction. Almeno per ora.

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