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La famiglia

Il focolare domestico è l’ambito naturale più idoneo per la trasmissione della fede e degli insegnamenti di Nostro Signore e per educare al senso di responsabilità e alla solidarietà

“Maschio e femmina li creò ... siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1,17)

Dio creando l’uomo e la donna istituisce la famiglia nella sua composizione originaria: un maschio e una femmina (un uomo e una donna). E a questa famiglia dà due compiti: siate fecondi e moltiplicatevi.

    È dal primo momento, cioè da sempre, che maschio e femmina sono le due entità necessarie per costituire una famiglia. Ed è alla famiglia (cioè ai due coniugi uniti) che Dio concede il dono di procreare, di fare nascere una nuova creatura  e diventare così padre e madre. A nessuno dei due è concesso di fare da solo, solo attraverso la loro unione si può realizzare il miracolo di fare nascere una nuova vita.

Dopo la libertà, la seconda cosa bella che Dio ci ha donato è senz’altro la famiglia, per la quale Dio detta a Mosè un suggerimento particolare: “Onora tuo padre e tua madre” (Es 20,12- Dt 5,16). Quarto Comandamento del Decalogo.

È il comandamento “cerniera”, quello che unisce i primi tre che riguardano direttamente il rapporto tra Dio e gli uomini e gli altri sei, che riguardano i comportamenti umani.

E allora vediamolo da vicino.

Padre e madre sono due definizioni molto precise e chiare, sono le due persone che hanno dato la vita e che per questo hanno precisi doveri da assolvere e diritti da reclamare.

Nasciamo infatti tutti, piccoli e indifesi, incapaci di provvedere al nostro sostentamento, ma nasciamo in una famiglia, nasciamo cioè da due genitori: un padre e una madre. Due genitori che, per il fatto di averci fatto nascere attraverso un atto d’amore, sono pronti ad accogliere e custodire il frutto del loro amore: i figli. I genitori, infatti, sono i primi responsabili dell’educazione dei loro figli. Hanno pertanto il dovere di realizzare una famiglia in cui la tenerezza, il rispetto, la fedeltà, il servizio disinteressato, siano la norma.

Il focolare domestico è l’ambito naturale più idoneo per la trasmissione della fede e degli insegnamenti di Nostro Signore e per educare al senso di responsabilità e alla solidarietà. Sotto la guida attenta dei due genitori, i figli avranno la possibilità di imparare a guardarsi dai compromessi pericolosi, dalle infedeltà e dalle ipocrisie, dai cattivi maestri e dagli sbandamenti umani, particolarmente presenti in questi tempi.

Vale la pena soffermarsi un attimo a considerare quello che troppo spesso succede oggi, proprio nel campo dell’educazione. Due soli esempi: bullismo a scuola  e violenza nello sport particolarmente in quello giovanile. L’elenco dei  fatti incresciosi e preoccupanti è lungo. E’ cronaca settimanale di giovani arbitri (16 -18 anni) aggrediti dai giocatori, dai tifosi, o addirittura dai genitori degli stessi giocatori, durante e dopo gli incontri di calcio nelle serie giovanili. Idem per gli episodi di bullismo.

Qui siamo coinvolti TUTTI, nessuno escluso. Oggi, purtroppo,  ci siamo abituati a dire sempre che:  è colpa degli altri, di chi comanda e  di chi ha il potere;  il fenomeno dell’emergenza educativa  nei confronti dei bambini e dei giovani, invece, interpella tutti. In primo luogo i genitori che hanno sottovalutato l’importanza  della loro funzione. Poi  anche degli educatori, a vario titolo e livello: insegnanti, allenatori, dirigenti di società sportive e ricreative, sacerdoti, ecc.

Abbiamo letto negli mesi scorsi che  siamo tutti fratelli. E allora? Perché anziché volerci bene facciamo del male  ai più deboli e indifesi?

Occorre che  TUTTI  , ognuno per la parte che gli è propria, cerchiamo di essere sempre, con l’insegnamento e con l’esempio,  testimoni per i giovani di comportamenti corretti e di una vita buona. Quando  i buoni insegnamenti passano attraverso  l’esempio e la testimonianza  vissuta degli adulti, hanno sicuramente un valore ed una efficacia molto grandi sui giovani.

Se i genitori hanno doveri e responsabilità, altrettanti doveri e responsabilità hanno i figli. Il quarto comandamento, infatti, si rivolge espressamente ai figli dicendo “Onora tuo padre e tua madre.(continua)

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