Justice League
La battaglia fra la Marvel e la DC, al cinema, si gioca su un piano di divisioni elitarie e profondità di contenuti. Se da una parte, infatti, la DC ha sempre espresso il desiderio di tenersi lontana dalla “cialtroneria Marvel” (semplificatrice e superficiale), dall’altra aveva sempre strizzato l’occhio a storie e personaggi più maturi e adulti. Sulla realizzazione del desiderio, però, restano parecchi dubbi. Dubbi che per fortuna nell’universo DC non esistono.
In mezzo a un mondo che crolla, dopotutto, si può arpionare la propria speranza sui propri credo religiosi, ma nella fantasia ci si ferma un passo più indietro, lì dove coabitano uomini potenti e semidei: un uomo pipistrello, una superdonna, un ‘sirenetto col forcone’, un imprendibile teenager, un robot dal cuore umano e un kriptoniano. In un nome solo: la “Justice League” che approda al cinema.
La trama: Superman è morto nel capitolo precedente (il deludente “Batman v Superman: Dawn of Justice”) e la Terra è rimasta orfana del suo protettore. Justice League cerca di mettere in scacco lo strapotere della Marvel, ma sull’intera storia aleggia l’ombra degli Avengers che, con animo meno dark e più leggero, hanno già conquistato i cuori di milioni di fan.
E il primo problema è proprio questo: la storia ricalca molto quella di Avengers, con in più l’ingombrante fardello della morte di Superman evocata subito con un ritaglio di giornale in una scena iniziale che, come spesso accade a Snyder, è grandiosa anche senza il desiderio di esserlo. E qui, con una profondità che non si vedeva da anni al cinema, torna il grande Batman, invecchiato, con vent’anni di attività sulle spalle, incredibilmente meno potente degli altri eppure dotato di un’anima vera: sembra di essere tornati ai tempi di quel magnifico fumetto (anche il film, ma un passo indietro) che era “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” di Frank Miller. Così debole eppure così mitico, così affidabile e così impotente.
Regge bene anche Wonder Woman, mentre Jason Momoa, cowboy del mare, eroe riluttante dal character design fantastico (incredibile idea quella dei tatuaggi che gli fanno un corpo da pesce) e dall’immaginario perfetto (di lui Snyder ha capito tutto: il mare del nord, le onde in tempesta, l’ingresso e l’uscita dall’acqua con i “White Stripes”) appare un poco scontato troppo scontata, così come Flash o Cyborg.
Lo svelo: ho sempre avuto un debole per la DC, assai più che per la Marvel, quindi fidatevi se vi dico (col cuore stretto) che questa “Justice League” non regge il paragone con gli Avengers. Resta fredda, con molti rulli di tamburi certo, ma con un’empatia ai minimi termini. Si uscirà dal cinema con gli occhi pieni di luci, le orecchie rimbombanti di suoni, il desiderio di indossare un mantello e combattere il crimine subito, ora. Ma con un cuore suppergiù come quando si è pagato il biglietto, prima di entrare. Sarà per la prossima.
Giudizio sintetico: per tutti, per famiglie.
Regista: Zack Snyder
In programmazione: Multisala Eliseo (Cesena), Multisala Aladdin (Cesena), Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)