L'uomo di neve

Autore Filippo Cappelli
Introduzione

Doveva essere un caso, e si è dimostrato qualcosa di più di un ordinario prodotto. “L’uomo di neve” di Tomas Alfredson, che dirige poco (tre film con questo) e quando lo fa sembrava dovesse sempre lasciare il segno, questa volta si perde. E non poco.

Recensione

La trama: nella città di Oslo quando cade la prima neve, alcune donne sembrano essere inghiottite da quel silenzio attutito e misteriosi pupazzi di neve compaiono a sorvegliare le strade. Il detective Harry Hole (Michael Fassbender) è a capo di una squadra speciale della polizia di Oslo incaricata di investigare su una serie di omicidi locali. Dopo l’ennesima sparizione, avvenuta durante la prima nevicata dell’anno, Hole indaga e collega alcuni precisi elementi vecchi di decenni che sembrano far presagire dietro la sparizione delle donne i movimenti di un serial killer. Ma dovrà essere assai veloce per riuscire a bloccare l’assassino prima della caduta della prossima neve...

C’è un protagonista nel film di Alfredson e non è né il serial killer né il detective che lo insegue. Più che altro è il freddo e la neve che Alfredson sa usare egregiamente fin dai tempi di quel piccolo capolavoro che era “Lasciami entrare”: tocca il profondo dell’anima e della paura quel senso di attutita tranquillità, la desolazione della città notturna ricoperta di neve, la malinconia di quella coltre a metà fra la magia e il segreto inconfessabile.

Però questa volta il gioco funziona meno. Se nel film del 2009 tutto era dosato alla perfezione e ogni atmosfera era calibrata al meglio, questa volta Alfredson ne fa un uso smodato, come a coprire qualche pecca nella trama. Perché qualche pecca c’è, ed è più di una. Lo scollamento fra le idee e i contenuti (molte cose non tornano né nella sceneggiatura né nella produzione: perché il regista Scorsese ha deciso di lasciare la direzione del film e affidarla ad Alfredson?) rendono “L’uomo di neve” un lavoro farraginoso e disordinato, affrettato in più di un punto.

Il film sembra guardare troppo ad altri lavori simili (come “Millenium” di Larsson) e perdersi nella ricerca delle intenzioni piuttosto che nella creazione di un punto di vista originale.

I personaggi appaiono piatti e se non ci fosse Fassbender a dare un po’ di profondità al suo personaggio probabilmente si tratterebbe di un sotto vuoto spinto. Allo scopo di aumentare la suspense, infatti, il film ricorre più volte alla pratica del cliffhanger, per nulla nuova e oggi in effetti assai inflazionata dalle serie televisive: due azioni si svolgono contemporaneamente in luoghi diversi, alternandosi e interrompendosi nel momento di maggiore tensione. Ma anche queste restano senza troppa anima. Il risultato è un noir piuttosto etereo, senza troppo mordente.

Anche il finale è qualcosa di assai scontato, ordinario: tutto va come dovrebbe andare e la sorpresa che ci si aspetterebbe da un film come questo rimane sepolta sotto la neve.

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Data di pubblicazione 17/10/2017 18:30
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L'uomo di neve
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Note
Categoria Cinema
Il Film

In programmazione: Aladdin (Cesena), Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)
Diretto da: Tomas Alfredson