Maria Maddalena

Autore Filippo Cappelli
Introduzione

Raccontare la religione oggi al cinema si è fatto davvero duro. La trascendenza si è fatta liquida, e più che del Gesù di Zeffirelli il pubblico sembra desiderare Messia mascolini come ne “L’ultima tentazione di Cristo”. Forse anche per questo i film più religiosi sono rimasti quelli in cui si parla d’altro, ma in qualche modo si respira, appunto, Altro. Come nei migliori film di Terrence Malick.

Recensione

La Maria Maddalena di Davis sceglie una posizione che rimane a metà fra una ricerca panreligiosa e un animismo moderno. Che ha poco a che fare con la tradizione cattolica. È il primo dei tradimenti in un’operazione quasi politica: Davis imputa addirittura a Pietro, qui curiosamente nero e peccatore come il Giuda di “Jesus Christ Superstar”, di avere frainteso il messaggio di Gesù e non aver permesso alle donne di accedere al grande spazio nella gerarchia ecclesiastica che invece avrebbero dovuto occupare.

Pietro appare geloso dei favori accordati alla donna, meschino e retrogrado. Gli apostoli appaiono come ingenuotti in attesa di magie mentre, come ovvio, solo la protagonista sembra aver compreso il vero messaggio evangelico.

Il film, che si avvale di due mediocri sceneggiatrici (Helen Edmundson e Philippa Goslett) propone un compendio di strafalcioni storici, se ne infischia del canone evangelico e smanaccia a piene mani dal compendio apocrifo tingendo di rosa il tutto.

E Cristo? Utile certo, ma per nulla necessario. Può esserci come no: nel ruolo non sfigura il carisma di Joaquin Phoenix anche se la performance si adatterebbe meglio a un santone lunatico, mezzo asceta e mezzo schizofrenico. Non certo il Gesù dei credenti. Sembra di trovarsi ancora di fronte a Dan Brown e a tutto il filone gnostico che ha affiancato la storia della Chiesa.

Non che manchi qualche buona scena: in Samaria, fra i moribondi, il film trova ad esempio un suo equilibrio, una sua sincerità, mostrando quello che avrebbe dovuto essere e per la maggior parte del suo essere invece non è. Una specie di lampo di bellezza nel nulla. Nulla come l’indagine sulla società del tempo, nulla come la restituzione storica o religiosa, nulla come la trascendenza che dovrebbe traspirare da un film religioso di questo tipo. In “Maria Maddalena” mancano approfondimenti e la storia ha un unico punto di vista: quello della Maddalena.

Al termine delle appesantite due ore di film, con timidissimi sussulti, si ha come l’impressione che di questo film resti poco più che una superficiale storia di emancipazione femminile. Nulla di grave, per carità, però non era necessario saccheggiare la storia di Cristo con un ciarpame ideologico. Purtroppo, ancora una volta, si è pensato che per fare un film religioso bastasse infilare qualcosa di mistico su personaggi impegnati a guardare nel vuoto. Troppo poco per una storia religiosa, e anche per un film.

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Data di pubblicazione 20/03/2018 18:30
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Maria Maddalena
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Note
Categoria Cinema
Il Film

Diretto da: Garth Davis

In programmazione: Aladdin (Cesena), Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)