SALVADOR DALÌ - La ricerca dell’immortalità
Cosa si nascondeva dietro quei baffi indubitabili, divenuti icona. Quale uomo (dal carattere sopra le righe), quale genio dell’arte (universalmente incontestabile). A 30 anni dalla morte del maestro salvador Dalí si rimane ancora affascinati dal talento di questo catalano puro e bohémien, che questo documentario cerca di ritrovare scovandolo nella sua Catalogna, tra le scogliere sferzate dalle onde, gli ulivi accarezzati dal vento, i tramonti e i cieli che circondano Cadaqués infondendo pace interiore.
Cosa si nascondeva dietro quei baffi indubitabili, divenuti icona. Quale uomo (dal carattere sopra le righe), quale genio dell’arte (universalmente incontestabile). A 30 anni dalla morte del maestro salvador Dalí si rimane ancora affascinati dal talento di questo catalano puro e bohémien, che questo documentario cerca di ritrovare scovandolo nella sua Catalogna, tra le scogliere sferzate dalle onde, gli ulivi accarezzati dal vento, i tramonti e i cieli che circondano Cadaqués infondendo pace interiore.
Il film parte dalla sua vita così particolare e sregolata, in rivolta con la famiglia e la borghesia, insieme all’amore per Gala, sua musa e amore della vita, dalla casa sul mare a Cadaqués, dal surrealismo, dal rapporto lavorativo con Buñuel e la lavorazione di un chien andalou. Inseguiamo l’uomo e l’artista tra i suoi studi e il lavoro in Europa, avanguardista, vitale e spregiudicato, nei viaggi tra Spagna, Francia, Inghilterra e America durante i quali incontra, vede e sente, nel trasferimento a Cadaqués, luogo in cui costruirà la casa-studio.
Da tutto ciò ha inizio il documentario che si sviluppa intorno a nuclei narrativi definiti (dalla costruzione della casa-museo alla relazione con il padre, dal rapporto con ‘gli altri’ e ‘l’altro’ attraverso il suo sguardo all’amore con Gala) che s’incrociano, si annodano e si sciolgono nella stessa maniera complessa, difficile e intricata in cui si è aggrovigliata la sua vita. Come in un libro dai molti capitoli, un po’ alla volta lo spettatore si trova immerso nelle pagine della vita di Dalí, all’inizio giovane e irriverente alla fine sofferente, anche per la morte di Gala, anziano, apre un album in cui si susseguono immagini fotografiche d’archivio, in bianco e nero, video d’epoca, carteggi, interviste e dichiarazioni.
Bello il suo rapporto col trascendente, uomo in ricerca travolto dalla passione per l'arte e da sé stesso, comunque uomo di fronte a quel grande mistero della morte a cui ha opposto il suo rifiuto (“io non credo nella morte in generale, nè a quella di Salvador Dalì in particolare”).
Il documentario vive di qualche omissione, alcuni elementi per dovere di sintesi risultano non precisi, eppure il prodotto è preciso nel lavoro di ricerca e di approfondimento, anche grazie alle ottime voci messe in campo, e in più decide di puntare sull’immagine intima e umana di Dalí. Immancabile e sfuggente, come lo stesso personaggio che intende rappresentare.
Diretto da: David Pujol
In programmazione: Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)