The Post
Splendido e necessario. È un vero spettacolo assistere a un film così intenso, quando Spielberg dà il meglio di sé e una cricca di splendidi attori gioca a meraviglia la propria parte. Un inno alla stampa libera e all’intelligenza umana, certamente emblematico nell’America di Trump.
La trama: il film è ambientato nel 1971, quando l’editrice del Washington Post Katharine Graham (Meryl Streep) e il direttore Ben Bradlee (Tom Hanks) decisero di ignorare le minacce della Casa Bianca guidata da Nixon e pubblicare i “Pentagon Papers”. Si trattava di un’inchiesta che svelava un gigantesco insabbiamento sul Vietnam in cui era coinvolto il governo, che continuava a inviare giovani a morire sul fronte nonostante sapesse che quella guerra non si poteva vincere. Il film si apre con una scena di guerra sul fronte del Vietnam nel 1966 e si chiuderà con un altro momento cruciale nella storia americana.
“The Post” intreccia moltissimi temi: la responsabilità di media e politici, la pressione delle istituzioni, la libertà di stampa e la minaccia a quel primo emendamento che gli americani considerano sacro. Ma c’è anche un giornalismo che sta cambiando, dove i giornali diventano sempre più aziende e già cresce la sfiducia della finanza e degli investitori nei confronti dell’editoria. Inoltre si può assistere dall’inizio alla fine al tocco esplosivo ed eccitante di Spielberg, che riesce a mantenere un ritmo altissimo di tensione con una profonda attenzione ai fatti storici, fino ai dettagli.
Non siamo ai livelli del classico del ’76, “Tutti gli uomini del Presidente”, ma “The Post” si pone come un forte muro contro la superbia della politica e la distanza fra potere e uomo comune. Tenendo sullo sfondo il fatto che il Washington Post, guidato da un editore donna, oltre ai Pentagon Papers fu il primo quotidiano a portare a galla il Watergate, scandalo che costrinse il presidente Nixon alle dimissioni. Lo stesso Nixon che, dopo il verdetto della Corte Suprema che scagionava i due giornali in nome della libertà di stampa, aveva ordinato che mai più un cronista del Post avrebbe potuto mettere piede dentro la Casa Bianca. In quel momento si infranse non solo la collaborazione, ma peggio la fiducia fra cittadini e governo, in un periodo in cui ancora si chiedeva il sacrificio di decine di migliaia di ragazzi in nome della bandiera.
Il merito, inoltre, va anche al gruppo di splendidi attori, su tutti Meryl Streep e Tom Hanks: da una parte la Streep incarna perfettamente le fermezze tonali della manager d’assalto mentre Hanks le spalanca di fronte l’intero fronte in cui possa esprimere liberamente tutto il suo talento.
Una finezza condita dallo stesso Spielberg, che in tutto questo processo non smette un solo momento di tenere in tensione il pubblico, pizzicando le corde giuste di azione e tensione. E che dopo tutti questi anni continua a soprendere, a scandagliare il gusto per l’innovazione e l’originale. Stupefacente.
Diretto da: Steven Spielberg
In programmazione: Eliseo (Cesena), Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)