Colazione tra le righe

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Le nostre inviate tra i fornelli, con le proposte di Marika Lombardi, scaturite da un misto tra memoria e innovazione.

Le proposte sono accompagnate dal racconto di Serena Menghi e dallo scatto di Denise Biondi.

L’anima e il corpo
estranei
aggrovigliati
bisticciano
poi partono
per il noto viaggio
nel ventre della vita.

Con guanti e stivali al ginocchio salutare il sole, lasciando che scaldi il mondo ancora per un po’, dopo una pioggia di primavera. Vangare la terra per renderla friabile e lasciarla cuocere fin quando le nuvole non decideranno di spegnere il fornello.

Passare poi alla semina, con mano dolce ma decisa. Aggiungere qualche raggio di sole e due bicchieri di grandine, senza timore, perché quel che si coltiva con amore riesce sempre a regalare il suo frutto.

Rimboccare le maniche e mettersi il grembiule. Fare un impasto con poca acqua, simpatia e lievito. Aggiungere poi fiducia e responsabilità con un po’ di scorza di testardaggine, per rendere il tutto più interessante (senza esagerare). Buttare dentro protezione, pazienza, determinazione e bellezza a piacere.

Mescolare tutto insieme, aggiungendo per ultimo lo sguardo. Si potrebbe dividere il composto in più parti, ma è sempre meglio tenerlo tutto per sé. Restare a guardarlo prendere forma per qualche istante e poi riporlo in forno perché sia caloroso al punto giusto. A questo punto sfornare il marito perfetto e riempirlo di dolcezza.

Riempire per metà un recipiente con giornate faticose e sogni storti, e aggiungere un’abbondante quantità di pensieri positivi per addolcirne l’essenza.

Impastare il tutto insieme al lievito e alla forza interiore, aggiungendo mano a mano un bicchiere di speranza; poi far riposare l’animo.

A questo punto dare forma al fioretto e guardarlo crescere, sul tavolo e dentro di sé. Nel frattempo uscire a comprare dei fiori, per ingannare l’attesa, e al ritorno infornare il fioretto con una spennellata di preghiere del mattino.

Sedersi sul divano ad aspettare, insieme alla primavera, una nuova rinascita.

Alzarsi di buon umore e uscire a fare la spesa, prima che tutti gli altri si sveglino. Al ritorno aprire un poco la finestra in modo da far entrare la luce, quanto basta per dorare le pareti.

Mettersi il grembiule e un sorriso sincero e poi iniziare a fare la sfoglia. Prendere farina, olio di gomito e novità: impastare, aggiungendo mano a mano lo zucchero con un bel bicchiere di modernità.

Quando il nuovo avrà trovato la giusta consistenza stendere il tutto sul tagliere e dare forma al futuro. Al centro di ogni progetto porre un cucchiaio di marmellata dei tempi che furono, così che ogni morso di progresso abbia nel cuore le sue origini.

La nonna racconta che da sempre sa fare le magie. Voi che dite, sarà vero?

Con i baffi tinti del latte del mattino guardarla, dall’angolo del tavolo, infornare un pasticcio di ricordi passati. Il profumo canta della guerra e di quel che, andando, questa si è portata via. C’è odore di campo risorto, di fatica e voglia di vivere.

Aprire il forno e anche gli occhi: magia! Ed è così che una volta, dal niente, si creava tutto.

È mattina e la cartella è pronta sulla sedia in cucina. Infilarsi i pantaloni mettendo in tasca qualche buona scusa per scampare l’interrogazione.

Aggiungere un pizzico di paura e due cucchiai d’olio, perché tutto vada liscio. Poi chiudersi dentro l’armadio, nella speranza che la mamma si dimentichi che è ora di andare a scuola.

Tuttavia un profumo solletica il pancino. Uscire dal nascondiglio a dare un’occhiata.

“Mi ha fregato”. La ciambella è pronta e anche oggi niente buco.

È già l’alba e sul fronte le truppe inglesi sono pronte per la battaglia. Infilarsi pantofole e vestaglia e prepararsi a fare fuoco.

Scendere in trincea, al riparo dalla raffica di tuorli lanciata dagli avversari. Contrattaccare con una colata di latte bollente e una pioggia di zucchero e farina. Aggiungere due cucchiai di cacao, per assicurare loro una sconfitta più amara.

Lanciarsi poi in un combattimento corpo a corpo: stendere il nemico uno strato dopo l’altro. Fare dunque una zuppa inglese e assaporare la vittoria!

Scendere in cucina coi primi raggi di sole che il mattino regala, facendo attenzione a non svegliarla. Sistemare un foglio di carta sul tavolo e accendere i sentimenti a 180°.

Mescolare cacao, parole ed emozioni insieme a un pizzico di poesia. In un altro contenitore unire la farina e i ricordi migliori.

Aggiungere passeggiate, risa e viaggi; e poi ancora i baci, le corse e i nasi in sù a guardar la luna. Non dimenticare un cucchiaio di litigate, per intensificare il gusto.

Unire i composti e infine aggiungere, esagerando, i complimenti. A questo punto, stendere il tutto nero su bianco e imbustare.

Da lasciare sul tavolo, prima di uscire di casa, conun fiore rosso e la scritta “Per Te”.

Fare capolino dal sonno: è ancora l’alba e una strampalata parlantina fa da sveglia quest’oggi.
Infilarsi la vestaglia e andare a dare un’occhiata, con i sogni ancora mezzi aperti.

In piedi sul tavolo, un uomo in nero intona proverbi senza fine. Ha per pubblico piatti e stoviglie; ma i bicchieri vogliono dormire, a testa in giù sopra il lavello: lanciano agguerriti uova, zucchero e farina.

Lui continua, con fare sapiente, amaro quanto del limone la scorza!
Intervenire di petto, prima di udire le urla dei vicini: Balanzone in frigo, il resto in forno.
“È questa l’ora di fare le chiacchiere?”.