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Coronavirus e ippica. Dall'Ippodromo del Savio: "La nostra proposta è di partire a giugno, anche a porte chiuse"

Il business delle corse in città interessa “circa 200 lavoratori, tra figure interne ed esterne” e il pensiero è fisso: “non possiamo permetterci di saltare una stagione”, dice il direttore generale, Marco Rondoni

Coronavirus e ippica. Dall'Ippodromo del Savio: "La nostra proposta è di partire a giugno, anche a porte chiuse"

In un'estate calda e probabilmente desolata, potrebbe essere a sorpresa l’ippica uno dei primi comparti sportivi a ripartire dopo l’emergenza.

A Cesena, si sta battendo ogni via per salvare la stagione di corse all’ippodromo cittadino. “In Italia il settore è fermo – spiega il direttore generale di Hippogroup Cesenate Marco Rondoni –. Solo in Svezia le corse non sono mai state arrestate. La proposta per Cesena è di partire il 27 giugno o il 3-4 luglio. La chiusura degli impegni agonistici potrebbe slittare al 12 settembre e oltre, dopo la tappa del campionato Europeo in programma il 9. Gli impegni saranno di conseguenza più fitti”.

La decisione finale spetterà al ministero delle Politiche agricole. “La nostra speranza è di avviare le corse a luglio con il pubblico, ma se non fosse possibile adotteremmo la soluzione a porte chiuse. Nella migliore delle ipotesi, se dovesse tornare il pubblico l’impianto di Cesena conta 10 mila posti distribuiti tra tribuna, parterre e ristoranti. Non avremmo problemi a gestire i flussi in entrata e uscita separati dei visitatori, ad applicare le giuste distanze tra gli spettatori a sedere o di chi vorrà cenare a bordo pista”. Una novità interessa la ‘gola’ e risulta “il trasferimento della pizzeria Le Scuderie presso la Tenda a bordopista per far posto al nuovo viale di accesso alle scuderie”, dice ancora Rondoni.

La buona volontà e le idee non mancano, “noi proponiamo protocolli a tutela della sicurezza di tutti, facili da applicare” per mantenere lo status di ‘isola felice’ all’anello del Savio. Il business delle corse in città interessa “circa 200 lavoratori, tra figure interne ed esterne” e il pensiero è fisso: “non possiamo permetterci di saltare una stagione”. Attualmente sono poco meno di 100 i cavalli ospitati nelle stalle e la manutenzione di pista e stradelli è affidata “a 2-3 operatori adeguatamente protetti e divisi su turni a rotazione. Abbiamo un registro in cui teniamo l’ordine di accesso di allenatori e proprietari che si prendono cura dei rispettivi animali. È vigente infatti una direttiva del ministero che impone la tutela del benessere dei cavalli”.

Gli allenamenti sono sospesi fino a data da destinarsi ma a maggio, in base alle decisioni del governo “sapremo quando partire. Per l’afflusso del pubblico invece ci sarà da attendere più a lungo”, conclude il direttore generale, in base a come evolverà la situazione sanitaria.

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