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No al Green pass rafforzato per i minori nello sport all'aria aperta

Richiesta congiunta di alcune società sportive del cesenate

No al Green pass rafforzato per i minori nello sport all'aria aperta

 

Le società sportive che operano nel territorio di Forlì-Cesena si sono riunite per dire "basta", rispondendo così "con forza - si legge in un comunicato giunto in redazione - a un provvedimento che vede l'esclusione e l'emarginazione rispetto all'attività sportiva per tutti i ragazzi che hanno compiuto 12 anni ma che sono sprovvisti di Green pass rafforzato".

A scriverlo, con una nota congiunta, sono le società Around sport, Carpinello, Futball Cava Ronco, Junior Gatteo, Nuova Virtus Cesena, Polisportiva Longianese, Savignanese, Torre del Moro, Torresavio e Polisportiva dilettantistica San Vittore. 

"Questa volta - si legge nella nota - a noi promotori sportivi, viene chiesto di dover mettere in atto un decreto che rispecchia una reale discriminazione sociale nei confronti di bambini dai 12 anni in su.

Non più esclusivamente negli spogliatoi, negli ambienti al chiuso, ma all'aria aperta. E questo diventerebbe diseducativo e molto pericoloso nella crescita di tutti. Noi adulti per primi.

Noi società sportive abbiamo il compito di educare alla coesione. Noi che negli ultimi anni, siamo state chiamate a  sobbarcarci di responsabilità delegate da altri enti, noi che oltre allo sport, fatto di volontariato, offriamo supporto sociale attraverso l'inclusione, il benessere fisico e psicologico, noi che siamo sempre stati, nel nostro settore, in prima linea adottando tutte le precauzioni sanitarie possibili e protocolli ministeriali.

Noi che apriamo le porte a tutti, non vogliamo trovarci costretti a dire: "tu si, tu no, tu si, voi no...."

Dove vogliamo arrivare? A noi un mondo, uno sport così, non piace!".

"Le statistiche ufficiali - si legge ancora nel documento - parlano di danni psicologici della pandemia e denunciano un aumento esponenziale di bambini e adolescenti demotivati, disorientati e capaci di qualsiasi cosa, ogni giorno di più.

Potrebbero essere domani anche i nostri figli e quelli dei nostri amici più cari a soffrirne. E non saranno sempre  visi sconosciuti, davanti ai quali è più facile girarsi dall'altra parte....No, noi non ci stiamo a questo decreto! Noi vogliamo continuare ad educare ad altro. Magari continuare a litigare, anche erroneamente, per una partita persa, un rigore non dato, un goal sbagliato. Ma tutti insieme.

Nessun bambino deve rimanere fuori dalla porta.

Questa volta vogliamo pensare che il Governo possa fare un passo indietro su questa norma, e non portare  i minori ad essere discriminati nell'unico luogo, l'aria aperta, dove possono sentirsi liberi di vivere il loro sogno in un'amicizia svincolata da scelte non loro".

"Ricordiamo - si legge ancora - che nella  prima pagina del C.U. 1 della Figc Settore giovanile scolastico c'è scritto: 'L'attività calcistica giovanile viene regolata dalla Sgs tenendo presente le opportune tutele in tema di protezione dei minori e quanto specificatamente riportato nella Carta dei Diritti dei ragazzi allo sport dell'Onu Che si ispira ai principi di eguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, efficienza ed efficacia.'

"E ancora 'in tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente' (capo 3, Uguaglianza, art. 24 della Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea, Nizza, 07/12/2000), sposato anche dalla Uefa e Terre des Hommes sulla Tutela dei minori".

"Attendiamo che il Governo - concludono - nella persona del presidente del Consiglio Draghi, del ministro della Salute dottor Speranza, delle Politiche Giovanili dottoressa Dadone, delle Pari Opportunità e famiglia dottoressa Bonetti, del sottosegretario  allo Sport dottoressa Vezzali, del presidente della Figc dottor Gravina, del Commissario della Ldn dottor Abete, del presidente della Sgs dottor Tisci, del presidente del Coni dottor Malagò, mettano fine a questa diseguaglianza educativa, sociale nei confronti di bambini e ragazzi, di cui non vogliamo far parte".

 

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