Valle Savio
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Fede e storia di un territorio

Festa di Sant'Alberico all'eremo di Capanne di Verghereto

Le celebrazioni nel giorno della festività, giovedì 29 agosto. Il triduo in preparazione e domani alle 17 il concerto dell'Ensemble "Rio dell'Alma". Storia dell'eremita e dell'eremo nelle ricerche di don Bosi

celebrazione festività Sant'Alberico, anno 2022 - foto archivio

La festa di Sant’Alberico, all’eremo di Capanne di Verghereto - dal 2016 animato dall’eremita don Giambattista Ferro - si terrà giovedì 29 agosto.

Alle 8 sarà celebrata una Messa per i benefattori. Alle 9,30 la Messa per i consacrati e le consacrate della Diocesi di Cesena-Sarsina. La Messa solenne presieduta dal vescovo Douglas Regattieri sarà alle 11 e avrà come intenzioni di preghiera le vocazioni sacerdotali e religiose. Alle 15,30 la recita del Rosario e alle 16 la Messa cantata per i collaboratori dell’eremo. Nel giorno della festa di Sant’Alberico, negli spazi dell’eremo sarà attivo un mercatino a cura delle sorelle clarisse di Sant’Agata Feltria, con i prodotti frutto del loro lavoro artigianale.

La festa di Sant’Alberico sarà anticipata da un triduo in preparazione: da lunedì 26 a mercoledì 28 agosto alle 15,30 ci sarà la recita della preghiera del Rosario e alle 16 la celebrazione della Messa.

In preparazione alla festa, domani, domenica 25 agosto alle 17, nella chiesa dell’eremo, l’Ensemble “Rio dell’Alma” proporrà un concerto di strumenti e voci dal titolo “Arie di fine estate”. Compongono l’ensemble Emanuele Ambrogetti (tastiera, voce), Loredana Ambrogetti (tastiera voce), Francesca Sensi, Gloria Cavalieri, Laura Ugolini, Morena Maffei (voci), Stefano Battistini (violoncello), Guido Guidi (cayon, voce).

Nei giorni delle celebrazioni della festa di Sant’Alberico sarà presente la navetta della Misericordia di Alfero-Balze che dal piazzale-parcheggio sottostante condurrà le persone direttamente all’eremo di Sant’Alberico. La navetta sarà presente anche domani, domenica 25 agosto, per il concerto di strumento e voci.

Alberico, la storia del santo eremita invocato contro le malattie addominali

Pubblichiamo di seguito un testo che ripercorre la storia dell’eremo di Sant’Alberico, a cura di don Daniele Bosi

Migliaia di persone saliranno all'eremo giovedì 29 agosto. E se ti fermi ad ascoltare, ti accorgi dell'incredibile varietà di accenti presenti. Oltre che da Sarsina, Cesena, San Piero in Bagno, gente verrà dalla zona di Pieve Santo Stefano, da Pennabilli, da San Marino, da Casteldelci e da tutta la valle del Marecchia fino a Rimini. Un evento, questo, davvero originale e curioso. E questa gente... Cosa salirà a fare all'eremo? Non si mangia, non si balla, non si compra: si va a cercare il silenzio, per ritrovare se stessi e Dio. E sarà un piacere anche rivedersi, magari in quell'unica occasione all'anno, per condividere qualche attimo di cammino comune su questa terra.

Uno dei luoghi più ameni della Romagna, fin dal 5° secolo è luogo di eremitaggio, uno degli eremi più antichi d’Italia. Qui visse l’ultima parte della sua vita Sant’Alberico, purtroppo pochissimo conosciamo della sua esistenza. Sappiamo che è vissuto nella prima metà del sec. XI, secondo la tradizione Alberico appartenne a una nobile e ricca famiglia di Ravenna. Da giovane si votò a una vita eremitica fatta di rigorosa penitenza, preghiera e contemplazione, dimorando a Valle Sant’Anastasio presso San Marino. In questo luogo, si racconta, che fece scaturire una fonte di acque salutari, tuttora esistente.

Poi abitò per qualche tempo nell’eremo di Ocri nel territorio della nostra diocesi di Sarsina, eretto da san Pier Damiani (1007-1072); da qui passò a condurre una vita ancor più eremitica, in una profonda gola a mt. 1.147 sul Monte Fumaiolo, che dipendeva dal monastero di San Giovanni Battista, sempre nella diocesi di Sarsina, appartenente all’Ordine Camaldolese, fondato da san Romualdo (952-1027). Questa gola prese il nome appunto di Sant’Alberico. Qui visse in perfetta solitudine per molti anni, finché lo colse la morte verso il 1050. Dopo la sua morte, l’eremo e il vicino monastero di Celle furono abitati da più eremiti dell’Ordine Camaldolese, che ne tenne la proprietà fino al 1821. Fu poi venduto a dei privati e dopo nel 1872, fu ceduto alla Diocesi di Sarsina.

La prima memoria certa del suo culto risale al 1300, quando nel timore che i Fiorentini potessero impossessarsi del corpo, questo fu trasferito di nascosto nella chiesa dell’abbazia benedettina di Valle Sant’Anastasio e tumulato in una parete. Se ne persero poi le tracce e la memoria, finché fu casualmente ritrovato durante lavori di restauro nel 1640 dal vescovo Consalvo Durante ed esposto alla venerazione dei fedeli nell’altare della Madonna del Rosario.

Un altro vescovo - Bernardino Bellucci - nel 1698 lo fece collocare in un nuovo altare dedicato appunto a Sant’Alberico. Abbandonata negli anni ’60 e crollata, la chiesa di Valle Sant’Anastasio venne ricostruita in cemento armato in posizione più elevata e inaugurata nel 1970, con campanile formato da colonne. Questa chiesa campestre oggi serve un centinaio di parrocchiani, per lo più contadini, abitanti nelle vicinanze.

Nel 1961 i due vescovi insieme, Bandini e Bergamaschi, fecero la ricognizione delle spoglie presso Valle Sant’Anastasio, delle quali restano fotografie.

Il santo eremita, che già in vita operava molti prodigi, è invocato dai pellegrini che salgono all’Eremo, contro le malattie addominali e le ernie dei bambini.

In questi secoli è continuato l’avvicendarsi degli eremiti, che sia pure a fasi alterne, hanno animato l’eremo e la chiesetta annessa, accogliendo i pellegrini devoti del santo.

Negli anni ’20 fece una grande ristrutturazione dell’eremo don Francesco Dezzi di Falera, grande benefattore, che volle essere sepolto in chiesa dove è tutt’ora. Non dimentichiamo la presenza, dal 1954 al 1968, dell’eremita servo di Dio sacerdote Quintino Sicuro, ex vicebrigadiere della Guardia di Finanza, che operò una ristrutturazione e restauro completo della residenza e della chiesa.  Occupa da oltre 8 anni l’eremo don Gian Battista Ferro, attuale eremita di Sant’Alberico.

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