quasi un pellegrinaggio
Il sindaco Cangini (Sarsina) ha concluso il Cammino di San Vicinio
Al termine la partecipazione alla Messa nella basilica Concattedrale. Il commento di Cangini: "Un'esperienza umana di incontro. Davvero, quasi un pellegrinaggio, come lo avete definito voi"
Fatica terminata per il sindaco di Sarsina Enrico Cangini da sabato 7 settembre sulle tracce di San Vicinio. Il primo cittadino ha percorso tutti i 300 chilometri del tracciato in nove tappe, sei a piedi e tre in sella alla ebike. Con lui sono stati sempre al suo fianco, oltre a numerosi amici che si sono alternati, Luciano Cortesi e Gerardo Mastini. Cristina Santucci, presidente dell'associazione Cammino di San Vicinio ha organizzato tutta la logistica e ha seguito passo dopo passo tutte le giornate.
Dopo i primi appuntamenti della giornata (che si possono trovare nel pezzo in "leggi anche"), Cangini ha fatto visita all'azienda agricola "Il Pagliaio" (foto)
che si trova sul monte Finocchio, al confine tra i territori di Sarsina e di Mercato Saraceno cui appartiene.
Poi è iniziata la discesa verso il centro abitato di Sarsina, passando per Calbano (foto)
fino all'arrivo in piazza Plauto (foto)
dove il sindaco è stato accolto da molti amici e l'ingresso nella basilica Concattedrale dove Cangini ha partecipato alla Messa delle 11 (foto).
Infine la consegna del testimonium a Cangini e ai suoi compagni di Cammino e a coloro che con Cangini hanno percorso più di 100 chilometri, cinque in tutto, sindaco compreso. al termine della Messa celebrata dal parroco don Rudy Tonelli.
Esperienza umana d'incontro. La definisce in questo modo la faticaccia lungo il Cammino di San Vicinio compiuta dal sindaco Cangini in nove giorni intensi.
Qua lo abbiamo definito "quasi un pellegrinaggio" e Cangini conferma che per lui lo è stato. Un momento per rimanere in silenzio e riflettere su se stesso, sulla sua vita e sul suo impegno. E un'occasione per conoscere meglio le persone con cui ha condiviso il percorso. Compagni di viaggio che diventano compagni di vita.
Le fotografie sono di Michela Mosconi e Cristina Santucci
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