Poste, adesso basta

«Prima la consegna era a settimane alterne. Con l’ultimo numero del vostro settimanale arriva anche quello arretrato. Nell’ultimo mese, ottobre, non è mai arrivato. Poi ne sono arrivati due assieme a bollette di Hera ed energia elettrica che ho dovuto pagare di corsa perché vicine alla scadenza». Questo è solo uno dei numerosissimi messaggi che giungono ogni giorno nelle nostre tre redazioni, a Cesena, Faenza e Ravenna (cfr pag. 21 edizione cartacea).

La situazione oltre che drammatica, ha del paradossale. Ci è stato chiesto, dall’inizio del 2025, di spostare la consegna a Poste da Forlì e Ravenna a Bologna. Abbiamo provato a dire che ci pareva illogico, dato che poi i giornali dovevano essere portati qui, nei nostri tre territori. Non c’è stato nulla da fare. Ci sono stati assicurati puntualità e un miglior servizio. I risultati sono quelli descritti nei messaggi riportati sopra: la posta arriva senza una cadenza stabilita.

Non solo i giornali, ma anche bollette, esiti di esami clinici, inviti agli screening. Per noi, che viviamo di abbonamenti postali, il recapito al domicilio degli abbonati ha un valore esistenziale. Sono anni che assistiamo a consegne a singhiozzo.

Prima si è parlato a giorni alterni per i comuni sotto i 30 mila abitanti. Poi quel tipo di consegna si è estesa a tutti. E ora, diciamolo pure, il giornale arriva quando può, altroché il giorno dopo la consegna, il giovedì, come da contratto con Poste.

Il servizio universale è una chimera, e pure quello pubblico. Quando nella catena della costruzione di un giornale un anello si spezza, il lavoro di tutti gli altri non serve più a nulla. È quello che ci sentiamo ripetere dai tantissimi che chiamano e si lamentano. E minacciano di non rinnovare l’abbonamento. O non rinnovano senza dire nulla.

Da anni segnaliamo disguidi. A uno a uno inseguiamo i nostri lettori. Quando riusciamo, recapitiamo di persona la copia che non arriva.

Scriviamo a Poste indicando nomi, cognomi, indirizzi, zone postali e numero del portalettere. Per un po’ tutto si sistema, fino al ritardo successivo. Non se ne esce.

«Si sono verificati alcuni temporanei rallentamenti nella consegna della corrispondenza», è stata la risposta al nostro reclamo ufficiale. Ci sarebbe da ridere, se la situazione non fosse davvero assurda. A Poste diciamo: basta. I cittadini, noi e l’informazione che rappresentiamo, voci presenti sul territorio da oltre un secolo, meritiamo più rispetto.