Neonato abbandonato accanto al cassonetto, Labruzzo: “Gesto non prevedibile”

La vicenda oggi in Consiglio comunale. L'assessora accusa Fratelli d'Italia: "Vergogna strumentalizzare la vicenda per tornaconto politico"

L'assessora Labruzzo oggi in Consiglio comunale

La vicenda della donna che il 31 ottobre scorso ha abbandonato il figlio, appena partorito, accanto al cassonetto dei rifiuti (vedi notizie ai link sotto) ha scosso le coscienze e portato la politica a interrogarsi.

Oggi in Consiglio comunale

Non senza polemiche e accuse di strumentalizzazione, oltre che da un eccessivo clamore mediatico. Il caso è approdato oggi in Consiglio comunale. A chiedere lumi sull’operato dei Servizi sociali comunali è il consigliere Andrea Imperato di Fratelli d’Italia. Il tutto è scaturito in un contesto familiare di grande fragilità: la madre del piccolo è affetta da un lieve deficit cognitivo e da giugno era seguita dagli assistenti sociali dell’area disabili e tutela minori, dal consultorio e dalle strutture sanitarie dell’Ausl Romagna. Ora è indagata insieme ai nonni del neonato.

“Piena capacità giuridica e decisionale”

“La donna, non essendo interdetta né sottoposta a misure di amministrazione di sostegno limitative della libertà personale, aveva piena capacità giuridica e decisionale – ha precisato in apertura del suo intervento l’assessora ai Servizi per le persone e le famiglie Carmelina Labruzzo -. Tutti gli interventi sono stati realizzati nel rispetto del principio di autodeterminazione, fondato sulla Costituzione e ribadito dalla Corte costituzionale. Si è provveduto a una presa in carico in équipe multidisciplinare da parte dei Servizi sociali territoriale dell’Unione Valle Savio e dei Servizi dell’Ausl Romagna”. La giovane donna era stata inserita nel protocollo dedicato alle maternità difficili e accompagnata verso il percorso di parto in anonimato, previsto e tutelato: un diritto garantito dalla legge italiana per cui una donna può partorire in ospedale senza dover riconoscere il neonato che in seguito sarà dato in adozione. “La scelta finale della donna non era in alcun modo prevedibile, non c’è mai stato il sospetto in nessuno degli operatori impegnati sul caso, né segnali premonitori, che la stessa fosse minimamente intenzionata a prendere in considerazione il gesto dell’abbandono del neonato al di fuori della struttura sanitaria”, ha sottolineato.

No al tso o al collocamento in struttura protetta

Incalzata dal consigliere di Fratelli d’Italia sull’eventuale utilizzato del Trattamento sanitario obbligatorio, l’assessora ha affermato che “non era giuridicamente, clinicamente né eticamente percorribile: la misura non può essere disposta per ragioni sociali o di protezione del minore, non può essere prevenzionistica in assenza di un disturbo psichico acuto, non può essere usata come tutela sociale”. Come pure l’eventualità di collocare la donna in una struttura protetta: “È stata valutata. Tuttavia il collocamento protetto, per legge, è sempre volontario, salvo misure dell’autorità giudiziaria, che non ricorrevano nel caso specifico”.

Labruzzo a FdI: “Pochezza umana e profonda ignoranza”

Molto dure le conclusioni dell’assessora Labruzzo. “È grave, oltre che profondamente ingiusto, che una vicenda tanto dolorosa venga usata per insinuare dubbi o sospetti sul lavoro di chi, ogni giorno, si prende cura delle persone più fragili con competenza, coraggio e dedizione. C’è qui non solo una pochezza umana, ma anche una profonda ignoranza del funzionamento e del valore dei nostri servizi. A chi ha scelto di usare questa tragedia per un tornaconto politico, invece, resta solo una parola: vergogna”. Accuse rispedite al mittente dal consigliere Imperato. “Anche noi condanniamo il clima avvelenato e denigratorio di questa vicenda – ha affermato -. Abbiamo chiesto di capire se, in questa procedura complessa, le condizioni della madre fossero compatibili con il concetto di autodeterminazione. Abbiamo il diritto di sollevare dubbi e sospetti sull’operatore di chiunque e voi il dovere di risponderci senza venire accusati di retropensiero”.