La cucina italiana è patrimonio dell’umanità Unesco

Grande la soddisfazione nel territorio: "Romagna protagonista di questo riconoscimento"

Immagine creata con Gemini AI

La Cucina italiana entra nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità.

Delibera unanime dell’Unesco

È la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza. A deliberarlo, all’unanimità, è stato il Comitato intergovernativo dell’Unesco, che si è riunito oggi a New Delhi, in India. Secondo la decisione, come riporta il sito www.ansa.it, la cucina italiana è una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, “un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda”. 

Le reazioni sul territorio

Grande la soddisfazione per la nomina ufficiale anche nel territorio. “L’Emilia-Romagna è protagonista di questo cammino, grazie alle sue 44 Dop e Igp: prodotti straordinari che ancora una volta mettono in luce la ricchezza enogastronomica del nostro territorio, le sue tradizioni, i produttori, le storie di cucina e di cibo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. Trovo sia un riconoscimento straordinario, ottenuto grazie all’impegno di tutti, a partire dagli agricoltori, poi da chi trasforma gli alimenti in piatti da gustare ovvero gli chef, e anche di Casa Artusi che da Forlimpopoli porta in tutto il mondo la cultura di Pellegrino Artusi, il padre della cucina italiana, e che ha contributo a costruire il valore e i contenuti di questo importante percorso”.

Il deputato forlivese Jacopo Morrone, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, parla di “un riconoscimento che riempie di orgoglio, anche perché ero presente a New York con una delegazione della Commissione all’evento durante il quale è stata lanciata la candidatura e oggi sono fiero di vedere l’obiettivo raggiunto”.

Da Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice regionale dell’Emilia-Romagna per Forza Italia, “un ringraziamento particolare al ministro degli Esteri Antonio Tajani” e un riferimento al “contributo straordinario che le eccellenze dell’Emilia-Romagna hanno portato a questo traguardo”, intravedendo “una grande opportunità per tutto il comparto agroalimentare, per il turismo e per la valorizzazione dei territori”.

“È un traguardo che sentiamo profondamente nostro – affermano Angelo Malossi e Vincenzo Lucchi, presidenti Fipe Confcommercio Cesenate – perché la cucina italiana è fatta di mille identità locali. Dalla Romagna all’Alto Adige, dalla Sicilia al Piemonte, ogni territorio custodisce preparazioni, riti familiari e prodotti che parlano di una comunità. E la Romagna, con la sua convivialità, la sua passione per la tavola e il valore dato all’ospitalità, è parte viva di questo patrimonio”.

“L’Emilia-Romagna – commenta soddisfatto il presidente regionale di Coldiretti, Luca Cotti – è leader nel mondo per numero e valore di prodotti a denominazione, con 44 eccellenze fra Dop e Igp e 30 vini. Questo riconoscimento è un risultato importantissimo per l’agroalimentare nazionale e anche della nostra regione”. Per Coldiretti l’occasione “è importante per fare chiarezza rispetto alla proliferazione dell’italian sounding, con oltre un italiano su due (il 53 per cento) che all’estero si ritrova abitualmente a tavola pietanze e prodotti tricolori “taroccati”, fatti con ingredienti o procedure che non hanno nulla a che fare con la vera tradizione culinaria nazionale”.