Furto alla gioielleria: Carabinieri di Cesenatico eseguono quattro misure cautelari

Tre i reati contestati dopo un furto all'Iper Rubicone

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Dopo una complessa attività investigativa

Presunti autori di furto aggravato e ricettazione

Nella giornata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Cesenatico, coadiuvati dai colleghi di Fermo, Ravenna e Cervia-Milano Marittima, hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Forlì nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti presunti autori di “furto aggravato”, “ricettazione” e “resistenza a pubblico ufficiale”, in concorso tra loro.

Indagini avviate nel maggio scorso

“L’attività d’indagine – scrivono i Carabinieri in una nota inviata alla stampacoordinata dalla Procura della Repubblica di Forlì, è stata avviata nello scorso mese di maggio, a seguito del furto alla gioielleria “Blue Spirit”, all’interno del centro commerciale “Romagna Shopping Valley” di Savignano sul Rubicone. Nell’occasione, i malviventi, dopo aver sfondato con una mazza il portone d’ingresso, avevano raggiunto la gioielleria, forzando con un “cric” la saracinesca e, dopo aver frantumato gli espositori e le vetrine con l’utilizzo di martelli, avevano razziato monili e gioielli per un valore di più di 150.000 euro. Inoltre, per assicurarsi la fuga, a bordo di un’auto con targhe rubate in precedenza, avevano aperto un estintore, spargendone le polveri, per sottrarsi all’inseguimento dei carabinieri intervenuti tempestivamente a seguito dell’attivazione dell’allarme.

Una complessa attività investigativa

Le successive indagini, sviluppate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cesenatico, sotto l’attenta direzione del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Forlì, hanno consentito di ricostruire un quadro indiziario grave, preciso e concordante nei loro confronti. In particolare, attraverso un’articolata, complessa attività investigativa e meticolosi accertamenti sugli attrezzi rinvenuti nel corso del sopralluogo, sono riusciti a risalire all’esercizio commerciale dove erano stati acquistati, nel ravennate e, grazie all’analisi e comparazione dei filmati della videosorveglianza, effettuati con l’ausilio delle banche dati e dei programmi in uso all’Arma, sono risaliti agli indagati, già gravati da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.