Diocesi
Il vescovo Caiazzo sulle nomine di oggi: “Si avverte una certa distanza tra Uffici diocesani e la vita delle comunità parrocchiali”
I motivi di alcune decisioni, tra le quali nuove equipe di lavoro, una Commissione tecnica e diversi vice
Nella lettera con quale il vescovo di Cesena-Sarsina, l’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, ha comunicato le nomine rese note oggi, il presule ha riflettuto ad alta voce sulla situazione della Diocesi da lui trovata, alla luce dei suoi primi nove mesi a Cesena-Sarsina. Ecco alcuni brani del suo scritto.
Ho ascoltato le istanze di tanti
Come ho avuto modo di comunicarvi durante il Ritiro spirituale del 4 dicembre, in questi mesi, come voi ben sapete, ho ascoltato istanze di voi confratelli sacerdoti, di voi diaconi, di tanti laici, confrontandomi. Ho maturato, tenendo presente il cammino che avete fatto in questi anni con la riorganizzazione delle unità pastorali e parrocchiali, ma anche in considerazione, soprattutto in alcuni settori, delle competenze specifiche, i primi passi e le linee guida per il cammino che si prospetta davanti a noi per la realizzazione di una nuova Curia che possa svolgere al meglio i compiti che le sono propri, alla luce del Regolamento della Curia Vescovile promulgato il 20 febbraio 2018.
Una Curia a servizio di una realtà variegata
Tre aspetti ho colto in particolare e che così sintetizzo: Nonostante l’enorme lavoro compiuto fino ad ora, si avverte ancora una certa distanza tra il lavoro di diversi Uffici diocesani e la vita delle comunità parrocchiali che sul territorio sono estremamente diversificate, con problematiche ed esigenze nuove che stanno emergendo (vedi spopolamento delle aeree interne con piccolissime comunità parrocchiali). Infatti una cosa importante che si chiede è quella di una Curia che non sia solo a servizio della città di Cesena e delle sue necessità, ma che abbia uno sguardo su tutta la variegata realtà diocesana.
Difficoltà nel dialogo con la società civile
Non sono pochi i casi che esprimono una certa difficoltà crescente nel dialogo con la società civile e le sue istituzioni (vedi terreni di proprietà della Curia espropriati o le nuove disposizioni erariali).
Non più di due mandati
L’autoreferenzialità di alcuni Uffici e la identificazione del singolo Ufficio con la persona. La Cei, cosciente di questo limite e pericolo, ha iniziato da tempo, e in tal senso continua, all’elezione e scelta delle nomine che non superino i due mandati (in modo esplicito nello Statuto della Caritas e nelle indicazioni per l’Istituto Sostentamento Clero). Anche noi incominciamo ad andare in questa direzione.
Superare orizzonti ristretti
La mia esperienza mi dice che tutti siamo invitati a sposare un nuovo modo di lavorare, oltrepassando l’orizzonte ristretto dei particolari ambiti o singoli uffici, che sostenga l’agire pastorale su tutto il territorio diocesano. Solo così si potrà passare gradualmente a quel rinnovamento che fa rispondere la Curia a quanto papa Francesco ha delineato in Evangelii gaudium per tutte le strutture e i luoghi ecclesiali. Il cambiamento non avviene semplicemente perché c’è cambio di persone, quanto piuttosto di nuova mentalità e di rinnovamento.
Nuove equipe di lavoro, Commissione tecnica e diversi vice
Alla luce di queste indicazioni, dopo le elezioni del Consiglio Presbiterale, del Collegio dei Consultori e dei Vicari Foranei, ho ritenuto opportuno costituire alcune equipe di lavoro sinergico che riguardano la pastorale più diretta, valorizzando gli stessi Vicari Foranei che verranno coordinati per quest’anno dal Vicario per la Pastorale per poi proseguire da soli in piena sintonia con il vescovo; la pastorale vocazionale eleggendo una equipe di sacerdoti con figure laicali; la pastorale di una Commissione Tecnica Diocesana che comprende: Rinnovo del Consiglio per gli Affari Economici Diocesano (CDAE), Ricostituzione della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e Beni Culturali. Ho ritenuto opportuno inserire un vice economo, un vice cancelliere, un vice Direttore Caritas.