Cesena
Unione Valle del Savio: approvate le linee guida per la sicurezza degli operatori sociali
Formazione, prevenzione e collaborazione con le forze dell’ordine per proteggere assistenti sociali, educatori e psicologi impegnati nelle situazioni di fragilità
L’Unione dei Comuni Valle del Savio ha approvato un documento operativo per garantire la sicurezza degli operatori del Settore Servizi sociali, che ogni giorno lavorano con utenti in condizioni di fragilità. Una risposta concreta alle sfide di un contesto sempre più complesso.
Un documento per la sicurezza degli operatori sociali
Il Settore Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni Valle del Savio, in collaborazione con il Comune di Cesena, ha elaborato il documento “Indicazioni informative e operative volte alla tutela della sicurezza degli operatori del servizio sociale dell’Unione nella relazione con l’utenza”. Questo strumento mira a fornire supporto a figure professionali come assistenti sociali, educatori, psicologi e personale amministrativo, coinvolti nella gestione delle oltre 5.100 persone in condizioni di fragilità assistite nel territorio dei sei Comuni dell’Unione.
Il contesto e i rischi del lavoro sociale
Già nel 1998, l’Organizzazione mondiale della sanità aveva identificato le professioni sociali tra quelle più esposte ad aggressioni e violenze. I settori dei Servizi Sociali e della Polizia Locale, che si occupano di casi come tutela dei minori, violenza di genere e marginalità sociale, sono particolarmente vulnerabili. Da qui la necessità di un protocollo per rafforzare la collaborazione tra i due ambiti e definire un codice operativo utile alla prevenzione e gestione di atti violenti.
Misure per prevenzione e formazione
Il documento si basa su normative nazionali e regionali, come la Raccomandazione del Ministero della Salute n. 8/2007 e il Decreto Legislativo n. 81/2008, e prevede:
- Formazione specifica per riconoscere e gestire situazioni di rischio;
- Misure organizzative come un sistema di prenotazione degli accessi e colloqui in ambienti sicuri;
- Interventi strutturali e tecnologici, tra cui sistemi di allarme e vie di fuga;
- Supporto psicologico agli operatori vittime di aggressioni, in collaborazione con l’Ausl della Romagna.
L’obiettivo è consentire agli operatori di identificare precocemente segnali di pericolo, guadagnando il tempo necessario per gestire le situazioni in sicurezza.
Nuove strutture e spazi organizzati
Come parte della riorganizzazione, sono stati individuati nuovi spazi al piano terra delle strutture comunali, dotati di personale di accoglienza e sistemi di prenotazione elettronica. Gli operatori lavoreranno in ambienti sicuri, con accessi facilitati e il supporto dello Sportello Sociale. Inoltre, il servizio di pronto intervento sociale sarà attivo 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno, per affrontare situazioni di emergenza.
Una risposta condivisa
Il documento nasce da una riflessione condivisa con le parti coinvolte: sindacati, rappresentanti per la sicurezza, il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e l’Ordine degli Assistenti sociali dell’Emilia-Romagna. L’episodio che ha innescato questa iniziativa ha posto l’accento sulla necessità di tutelare maggiormente chi opera in contesti a rischio, soprattutto considerando che le recenti normative nazionali non includono gli operatori socio-assistenziali.
Un impegno per il futuro
Durante la conferenza stampa di presentazione, l’assessore ai servizi per le persone e le famiglie Carmelina Labruzzo, l’assessore al personale Christian Castorri, la presidente dell’Unione Monica Rossi, e altri dirigenti hanno ribadito l’importanza di questo progetto. «Questo protocollo rappresenta un passo avanti fondamentale per garantire sicurezza e serenità a chi lavora nel settore sociale, favorendo al contempo il dialogo con i cittadini», ha concluso Labruzzo.
Un’azione concreta che mette al centro la sicurezza degli operatori e la qualità del servizio ai cittadini.