Diocesi
“Il nostro possibile per una sanità migliore”. A Cesena nasce Acos
Associazione cattolica operatori sanitari: presidente regionale è Omar Fabbri, infermiere al Cau di Mercato Saraceno. Il primo incontro insieme al vescovo Douglas
Medici, infermieri, oss, operatori socio assistenziali, personale tecnico e amministrativo: uniti nell’associazione Acos. Si è svolto nei giorni scorsi nella sala “Alberto Mondardini” del Seminario di Cesena il primo incontro della sezione regionale dell’Associazione cattolica operatori sanitari.
Tra gli scopi, aiutare gli operatori sanitari a rinnovare la scelta e le motivazioni della professione e a interpretare il proprio servizio come una missione
Promotore e presidente della neonata sezione è Omar Fabbri, infermiere al Cau di Mercato Saraceno. Lì dove è anche consigliere comunale. Fabbri ha presentato gli obiettivi, partendo dall’esperienza personale. «Tra gli scopi dell’associazione, quello di aiutare gli operatori sanitari a rinnovare la scelta e le motivazioni della professione e a interpretare il proprio servizio come una missione – come si legge nei principi cardine dello Statuto -. Stimolare e migliorare la formazione in campo etico e delle relazioni per favorire l’umanizzazione dei rapporti, per rendere dignitoso il percorso sanitario di ogni paziente e gratificante il lavoro di ogni operatore, contribuendo a una sanità a misura d’uomo. Chi aderisce ad Acos, condivide la visione cristiana della vita e ispira il proprio lavoro ai valori del Vangelo e all’insegnamento della Chiesa».
“La mia professionalità a favore del mondo dell’associazionismo”. La forza della testimonianza di Carlo Acutis
Infermiere professionale di comunità, Fabbri due anni fa ha dedicato la tesi di laurea a Carlo Acutis, morto a 15 anni nel 2006. Dichiarato beato nell’ottobre 2020 ad Assisi, sarà proclamato santo il prossimo 27 aprile durante il Giubileo degli adolescenti. «Negli ultimi anni ho avuto diversi incontri ‘fortuiti’ con la figura di Carlo Acutis – riferisce Fabbri -. Stavo completando il percorso di studi come infermiere di comunità e ad Assisi nella chiesa della Spoliazione dove si trova la tomba di Acutis ho avvertito forte un messaggio rivolto a me: così come Acutis nella sua giovane vita aveva aiutato diverse associazioni, dovevo mettere a disposizione la mia professionalità a favore del mondo dell’associazionismo. Sì, ma come? Mi sono così avvicinato alla Sanità alpina e alla Protezione civile». È stato l’incontro con il vescovo Douglas, durante un pellegrinaggio al Monte di San Vicinio nei giorni della festa patronale di Sarsina, che ha dato nuovo impulso alla nascita di Acos Emilia Romagna: «Mi sono messo in contatto con l’associazione nazionale e si è aperto un dialogo. Alla richiesta di avviare un’associazione regionale, non mi sentivo pronto – prosegue Fabbri -. Ho iniziato a vivere la Messa, a leggere… E sempre più mi sono sentito parte di una comunità nella quale poter dare il mio contributo». Sono iniziati così i primi contatti con i colleghi al Cau. «Noi operatori sanitari cerchiamo di fare il nostro lavoro al meglio. In questi anni mi sono avvicinato alla vita di fede, e mi sento di avere qualcosa in più da dare. Fondamentale, poi, è stato l’incontro con Sandra Montalti, direttrice del corso di laurea in infermieristica: insieme alle nozioni, mi ha trasmesso un modo di lavorare che fa parte di me – conclude Fabbri -. In Acos ora siamo un piccolo gruppo. Partiamo da qui, cercando di fare il nostro possibile come professionisti sanitari che credono. Con la speranza di dare il nostro contributo per una sanità migliore».
Il vescovo Douglas: “L’infermiere offre una testimonianza cristiana attraverso il suo lavoro”
All’incontro ha preso parte anche il vescovo Douglas. «Quando nasce qualcosa di promettente, è segno di crescita per tutta la comunità cristiana – dice monsignor Regattieri -. Un ambito, quello sanitario, delicato, nel quale c’è bisogno di una testimonianza cristiana forte, senza fare crociate. L’infermiere offre una testimonianza cristiana attraverso il suo lavoro. Di certo, i soci hanno bisogno di trovarsi per confrontarsi e incoraggiarsi. Presto verrà incaricato un consulente ecclesiastico».
Dall’Acqua (Anteas): c’è bisogno di umanità, di acquisire capacità di accoglienza
Tra gli interventi all’incontro, il presidente di Anteas Cesena Lazzaro Dall’Acqua ha sottolineato l’esperienza degli ambulatori sociali in diversi quartieri, veri e propri sportelli di comunità per l’accoglienza delle persone più fragili. Gli ambulatori sono guidati da pensionati: «Accolgono e assistono, e lo fanno gratis. In questo momento difficile della sanità pubblica, dove gli operatori di sportello vengono insultati, c’è bisogno di umanità, di acquisire capacità di accoglienza. Se la professionalità non va di pari passo all’umanità, è difficile. E finisce che gli operatori si demotivano. Acos può essere un valido aiuto per affiancare gli operatori, ne curerà la formazione etica, e avrà forza».
Mambelli, Ordine degli infermieri: “Lavorare insieme crea una compensazione di valore”
«L’infermiere ha un privilegio: donare le proprie capacità a servizio delle persone. È la missione del nostro agire, e ha un valore inestimabile – è la riflessione di Silvia Mambelli, presidente dell’Ordine degli infermieri di Forlì-Cesena -. L’associazione ha un ulteriore elemento di valore: si basa sulla gratuità. La società esprime bisogni inestimabili a cui la sanità pubblica non può sopperire. Aumentano i bisogni, soprattutto di tipo sociale. Ogni volta che un infermiere va in pensione, mi si stringe il cuore pensando al patrimonio di conoscenza, di capacità, di intuizione ed empatia acquisita… e ’andare in fumo’. Il poter ‘catturare’ e recuperare queste risorse è importante. Il nostro servizio è servire, essere di aiuto. Si fa per lavoro, e farlo come volontariato in un’associazione ha un valore ancora più nobile. Lavorare insieme crea una compensazione che oggi può essere di grande valore».
Da Acos “cerco risposte dal punto di vista spirituale”
Cosa viene chiesto ad Acos? «Essere infermieri è una vocazione che nasce in noi dall’infanzia – è l’intervento di Elena Bocchini, infermiera all’ospedale di Mercato Saraceno -. Se scegli di fare l’infermiere, è perché l’hai dentro. Ora cerco da Acos un aiuto per affrontare situazioni difficili, come sostenere la mamma di un bimbo con malattia terminale. Cerco delle risposte dal punto di vista spirituale. Abbiamo bisogno di risposte. È una sfida e un’avventura in cui credo. La vedo come una crescita mia personale. Io ci sto».
Acos, sanitari e vita di fede. In Italia da 46 anni
Attiva in Italia da 46 anni, Acos è un’associazione professionale nazionale, in campo socio-sanitario, di segno cristiano. A livello nazionale ogni anno viene organizzato un convegno. Localmente, vengono promossi incontri formativi e appuntamenti di incontro e confronto.
Vi possono aderire tutti gli operatori professionali di ambito socio-sanitari e assistenziali.
Con il presidente Omar Fabbri, completano il consiglio regionale della neonata associazione regionale la vicepresidente Nadia Landi, infermiera al Cau di Mercato Saraceno (Centro di assistenza e urgenza); la segretaria Laura Brunelli, infermiera dell’Ausl Cesena dipartimento di igiene pubblica; tesoriere è Gabriele Mengozzi, autista del 118 dell’Ausl di Imola.
Per informazioni: presidenza.emiliaromagna@acos-nazionale.it, 347 2118958 (Omar Fabbri).