Cesena
Riflessioni sulla democrazia con il presidente nazionale delle Acli
Emiliano Manfredonia è intervenuto a Cesena ad un evento dell’associazione Benigno Zaccagnini
La Settimana sociale dei cattolici italiani continua a camminare nei territori. L’edizione della scorsa estate a Trieste, dal titolo «Al cuore della democrazia», ha spinto associazioni, movimenti e cittadini a riflettere sul tema della partecipazione alla vita civile, in tutte le sue forme.
Ieri sera, a Cesena, la sala ex Avis ha accolto il presidente nazionale delle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani) Emiliano Manfredonia, invitato dall’associazione Zaccagnini di Cesena e dalle Acli locali. Manfredonia si è confrontato sul tema “Stare nella piazza da cristiani” con il presidente della Zaccagnini Damiano Zoffoli, Chiara Pazzaglia delle Acli di Bologna e Samuele Branchetti, eletto presidente delle Acli Forlì-Cesena tre mesi fa.
In continuità con Trieste
«Questa serata, come un piccolo segno di speranza, continua il percorso iniziato con la Settimana sociale di Trieste. È la seconda iniziativa sul tema che organizziamo, dopo quella con Fabio Pizzul del novembre scorso organizzata insieme ad Agesci e Azione Cattolica)». Nel pomeriggio, Manfredonia aveva inaugurato un nuovo circolo a Sarsina, segno di vitalità per le Acli: «Con la loro presenza nelle parrocchie, con i circoli e i patronati – ha ricordato Zoffoli –, le Acli sono l’espressione di un chiaro realismo cristiano, vissuto nel quotidiano».
Samuele Branchetti ha ricordato come nella provincia di Forlì Cesena Acli abbia 46 circoli attivi e circa 5mila associati: «La presenza dei cattolici nell’impegno sociale e politico non deve essere di rimpianto di un moderatismo , ma permeato da un radicalismo autenticamente cristiano per ripartire dalle fondamenta».
È seguito poi un dialogo tra Chiara Pazzaglia e il presidente nazionale Emiliano Manfredonia, dove è stato ricordato come le Acli siano state coinvolte nella preparazione delle Settimane sociali, oltre a essere membra viva della rete di Trieste, nata in seguito, con Manfredonia che ha partecipato sia all’incontro di Roma che a quello di Milano. «La Settimana sociale era dedicata al cuore della democrazia – ha ricordato il presidente Acli -. La Chiesa, dunque, ha avvertito un campanello d’allarme partito dall’astensionismo, che ha portato subito a una proposta ai candidati alle elezioni europee di chiedere un impegno su parole di pace».
È stato ricordato anche il metodo della Settimana sociale, in cui tutti hanno avuto la possibilità di intervenire con un metodo di lavoro sinodale organizzato su una iniziativa plenaria durante la giornata con a seguire degli incontri nelle piazze della città.
Difesa dei diritti costituzionali
«C’è bisogno di una riscoperta della nostra Costituzione, ancora non realizzata pienamente, ricordando che è insito in essa l’importanza di cambiarla insieme. Sui diritti sociali, tutelati dalla Carta, stiamo tornando indietro – ha aggiunto Manfredonia –. Penso al diritto alla salute, all’istruzione o il diritto all’asilo politico. Siamo un po’ confusi da quello che sta succedendo, con la guerra che oggi è considerata un metodo per soluzione dei problemi tra i vari Stati, e colpiti dalle notizie scioccanti di questi giorni del piano europeo di circa 500 miliardi di euro per nuove spese militari, dimenticandosi del tema ambientale. Con solo un quarto di queste nuove spese per armamenti si potrebbero realizzare gli obiettivi della Cop, l’ultima conferenza sull’ambiente. C’è poca attenzione poi a grandi temi come il controllo dell’intelligenza artificiale. La democrazia deve affrontare queste sfide ma rischia di essere lenta e il rischio è quello di richiamare un uomo forte al comando. La democrazia invece parte dal basso e proprio per questo l’impegno sociale e civile va rigenerato partendo dal basso». In questo senso le Acli hanno fatto due proposte di legge: una sulle assemblee partecipative e una sul ruolo dei partiti, pensate come occasioni per riavvicinare i cittadini alla politica.
«La dottrina sociale di Papa Francesco vede al centro parole forti come Pace, vita, una economia contro lo scarto – hanno concluso Manfredonia e Pazzaglia – e sta alle Acli e alle associazioni cattoliche tradurre queste parole in azioni concrete. Essere cattolici in politica oggi è uno stile che deve qualificare la propria testimonianza».
Europa da ripensare
In chiusura, Damiano Zoffoli ha ricordato come l’Europa sia un progetto incompiuto, ma non certo per colpa dei padri fondatori, tre giganti cattolici che avevano iniziato questa grande idea «ma negli anni non si è trovato il coraggio di fare il passo decisivo, come superare le delibere all’unanimità che rappresentano un grande freno dato che tutti i 27 Stati membri devono concordare su di esse».
Un tema, quello del funzionamento delle istituzioni democratiche europee, ancora più urgente in un tempo in cui gli Stati Uniti si stanno disinteressando di un Vecchio continente sul cui collo soffia il fiato dei vicini autoritarismi.
