Dall'Italia
Meloni in Aula: “Il Manifesto di Ventotene non è la mia Europa”
Dibattito acceso in vista del Consiglio Ue. Seduta sospesa. Il Pd: "Attacco grave e inaccettabile"
La telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin rappresenta “un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte da Trump e Zelensky”. Lo ha affermato oggi la premier Giorgia Meloni, nelle repliche alla Camera dove si tiene il dibattito in vista del Consiglio Ue, come riporta l’agenzia Dire.
Meloni: “Sosteniamo gli sforzi di Trump”
“Sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte che può porre le condizioni per garantire una pace giusta e duratura. Non vedremo le scene di debolezza” che ci sono state altrove. “La posizione del Governo è chiara. Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese della difesa dal calcolo del patto di stabilità, oggi però non possiamo non porre il problema che l’intero piano presentato dalla presidente della Commissione europea von der Leyen si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati, ed è la ragione per la quale stiamo facendo altre proposte”. “Se sto con l’Europa o con gli Usa? Io sto sempre con l’Italia, non seguo pedissequamente né l’Europa né gli Usa. Dopodiché sono anche per la compattezza dell’Occidente, che penso serva all’Europa e all’Italia. Le semplificazioni su questa materia non aiutano”.
Promozione dell’unità politica europea
Giorgia Meloni attacca poi il Manifesto di Ventotene, il documento per la promozione dell’unità politica europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel 1941 durante il periodo di confino. “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”, afferma la premier in aula alla Camera, come riporta il sito www.dire.it.
I passaggi citati
“Nella manifestazione che è stata fatta sabato a piazza del Popolo e anche in quest’Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Spero che tutte queste persone in realtà non abbiano mai letto il Manifesto di Ventotene, perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa.
Però a beneficio di chi guarda da casa e di chi non dovesse averlo mai letto, io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del manifesto di Ventotene“, dice Meloni, che poi legge alcuni passaggi: “‘La rivoluzione europea per risolvere le nostre esigenze dovrà essere socialista’. ‘La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio‘. ‘Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente’. ‘Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarriti, non avendo dietro di sé uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni’. ‘La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria‘”.
Seduta sospesa e critiche dell’opposizione
“E il manifesto conclude – continua Meloni -che il partito rivoluzionario ‘attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto non da una preventiva consacrazione da parte dell’ancora inesistente volontà popolare, ma dalla coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle informi masse. Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia‘”. Terminata la lettura, la premier conclude: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”.
A seguire scintille, fischi e proteste dai banchi dell’opposizione. La seduta è stata sospesa.
“Qui è accaduto un atto grave – ha detto il Dem Federico Fornaro rivolgendosi al presidente della Camera Fontana -. Il Manifesto di Ventotene è l’inno dell’Europa federale contro i nazionalisti che hanno prodotto due guerre e usare in questa maniera il Manifesto è inaccettabile. Noi siamo qui grazie ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e siamo qui in questo Parlamento grazie a questi uomini che non possono essere insultati, derisi. Non si può fare la caricatura, è inaccettabile. Lei è il presidente e questo è un luogo sacro della democrazia siamo qui grazie a quegli uomini e a quelle donne”.
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