Dal Mondo
Dazi Usa, “Duro colpo per l’export emiliano-romagnolo”
L'appello delle associazioni di categoria all'Europa: "Evitare contro mosse avventate, investire nella competitività delle imprese"
C’è preoccupazione, anche in Emilia-Romagna, per la politica dei dazi americana.
Lombardia ed Emilia-Romagna le più penazizzate
L’annuncio di ieri sera del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di introdurre dazi del 20 per cento sulle merci importate dall’Unione Europea rappresenta un “duro colpo per l’export emiliano-romagnolo”. A dirlo è Confcooperative Emilia Romagna, ricordando che il 2024 ha visto proprio gli Usa diventare il primo mercato estero di beni per le imprese della regione. Con un valore di 10,5 miliardi di euro di beni esportati, l’Emilia-Romagna si colloca al secondo posto dopo la Lombardia su scala nazionale.
Confcooperative: “Sforzi compromessi dai dazi”
“Questa decisione – commenta Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna – rischia di penalizzare fortemente le nostre imprese, in particolare le cooperative agroalimentari che trovano negli Usa un mercato di riferimento. Le esportazioni agroalimentari emiliano-romagnole negli Stati Uniti hanno raggiunto un valore complessivo di 815 milioni di euro (fonte: Rapporto Agroalimentare 2023 Regione Emilia-Romagna). Guardando alle nostre Dop, un’eccellenza come il Parmigiano Reggiano vede oltre il 20 per cento delle forme esportate destinate proprio negli Usa. Altri settori strategici per le nostre filiere produttive, come quello vitivinicolo e ortofrutticolo, hanno avviato importanti relazioni commerciali nel mercato nord-americano e ora rischiano di vedere compromesso l’impegnativo sforzo portato avanti per anni”.
Appello a Regione, Governo, Europa
Per Confcooperative Emilia Romagna è fondamentale che Governo e Regione facciano sistema, insieme ai rappresentanti italiani in Unione Europea, affinché la Commissione Ue promuova un “negoziato che scongiuri una guerra commerciale dagli esiti imprevedibili”. Allo stesso tempo, secondo Milza, “occorre che l’Ue investa con maggiore determinazione nella competitività delle imprese, intervenendo sui costi energetici, promuovendo rapporti bilaterali, investendo nella promozione, semplificando la burocrazia ed evitando provvedimenti pseudo-ambientalisti che invece di migliorare l’impatto sul Pianeta finiscono per ridimensionare interi settori produttivi. Non possiamo permetterci – conclude Milza – di ridimensionare la nostra capacità produttiva per le difficoltà geopolitiche internazionali“.
La preoccupazione di Coldiretti: “Calo delle vendite”
Sul tema interviene anche Coldiretti Emilia Romagna, segnalando che “sarebbe di 1,6 miliardi di euro il costo sui consumatori americani con l’introduzione del dazio al 20 per cento su tutti i prodotti agroalimentari Made in Italy, con un calo delle vendite che danneggerà le imprese italiane. Secondo un’analisi l’export agroalimentare Made in Italy negli Stati Uniti ha fatto segnare il 2024 il record di sempre con un valore di 7,8 miliardi e una crescita del 17 per cento rispetto all’anno precedente.
A ciò va poi aggiunto il danno in termini di deprezzamento delle produzioni, da calcolare filiera per filiera, legato all’eccesso di offerta senza sbocchi in altri mercati. L’altro fattore che preoccupa Coldiretti è il pericolo di perdere quote di mercato, favorendo la concorrenza da parte di altri Paesi colpiti in maniera meno pesante dai dazi.
Coldiretti: “Ue dialoghi con una voce unica. No ai controdazi”
“Questa – sottolinea il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – deve essere l’occasione per l’Europa, che deve rimanere unita più che mai e dialogare con un’unica voce, di mettere in campo un piano di rilancio dei settori produttivi, a partire dalla sburocratizzazione, ma anche iniettando nuove risorse. Dobbiamo diventare più competitivi abbassando costi imprese”.
“Dinanzi alla decisione Usa è di vitale importanza evitare mosse avventate. Va messa in in campo la diplomazia“, aggiunge il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo. “L’Italia e l’Europa – conclude Gesmundo – devono portare avanti il dialogo poiché la logica dei dazi e controdazi ha dimostrato nel tempo di essere miope e controproducente per tutti”.
Cia-Agricoltori: “Vino e olio i più colpiti”
Secondo le stime dell’ufficio studi Cia-Agricoltori italiani su dati Istat, il valore delle esportazioni nel 2024 delle tre province romagnole è stato di 45,7 milioni di euro per Ravenna, 25,6 per Forlì-Cesena e 93,5 per Rimini. “Ora la scure di Trump è arrivata con i dazi al 20 per cento che colpiranno indistintamente tutti i prodotti europei, a partire dall’agroalimentare Made in Italy – commenta in una nota Danilo Misirocchi, presidente di Cia Agricoltori italiani Romagna -. I prodotti romagnoli più colpiti sono vino e olio, ma ci saranno ricadute anche su cereali e latte. Per questo serve subito una risposta ferma e immediata dell’Ue per aprire una trattativa e scongiurare una guerra commerciale con un’escalation devastante in cui perderebbero tutti”.
Per Misirocchi “la politica dei dazi è sbagliata e controproducente. Adesso non bisogna andare in ordine sparso ma agire uniti come Europa, ritrovando un approccio condiviso e mirato. Allo stesso tempo è necessario ridefinire le politiche di globalizzazione, che stanno mostrando tutte le loro crepe,”.