Gatteo piange Lorenzo Raggini, aveva 42 anni

Da 40 anni viveva in stato di grave disabilità. Il padre: "Sofferenza ha un senso solo alla luce della fede". Pregò per lui anche Giovanni Paolo II

Una foto di Lorenzo Raggini

Si sono svolti ieri, nella chiesa parrocchiale di Gatteo, i funerali di Lorenzo Raggini.

All’altare anche il vescovo emerito

Lorenzo aveva 42 anni e, dal 1984, viveva in stato di grave disabilità. All’altare, oltre al parroco don Marco Muratori, c’erano anche anche don Stefano Pasolini e il vescovo emerito Douglas Regattieri che, nel corso degli anni, aveva fatto visita più volte alla famiglia.

Lo scritto del babbo

Alla Messa un’amica di famiglia, Morena Garattoni, ha letto uno scritto del papà di Lorenzo, che ha cercato di interpretare i sentimenti del figlio.

Lo riportiamo di seguito.


Arrivederci da Lorenzo

Mi chiamo Lorenzo, ho  42 anni. Quando avevo quasi 2 anni, in poche ore la mia vita è cambiata totalmente. Mi ricordo la corsa in macchina per il pronto soccorso; poi più niente. Da quel momento non ho più potuto fare le cose di prima come camminare, parlare, giocare. Avevo bisogno di tutto, non potevo fare niente da solo, carrozzino e letto, letto e carrozzino, anzi carrozzini perché col tempo ho dovuto cambiarli diverse volte.

Tanto amore

Sono stati anni complicati: a periodi per così dire “normali” se ne sono alternati altri più duri e impegnativi. Diversi viaggi in vari ospedali d’Italia per controlli, consulti, ricoveri per malattie o interventi di vario genere. Cose che si sono sempre risolte ma molto impegnative per me e per i miei genitori. Ho ricevuto però tanto amore, senza il quale non avrei potuto superare le prove. Quello dei nonni, degli zii e soprattutto dei miei genitori. Poi è venuta anche Chiara, la mia sorellina, più giovane di me, che adesso però è grande tanto che si è sposata con Jacopo e io sono andato alla Messa del loro matrimonio.

La generosità di molti

Ma la cosa grande che ho sperimentato è la generosità di tante persone che, pur estranee, si sono prese cura di me in tanti modi. Augusto, il medico che mi ha seguito e curato con amore per anni; Luisa, che è venuta a casa mia a farmi compagnia per mesi; Giovanna, che mi ha ospitato a casa sua giorno e notte e a più riprese; persino il papa san Giovanni Paolo II, vedendomi, si è commosso e si è fermato due volte a pregare davanti a me insieme al babbo e alla mamma; gli innumerevoli educatori che si sono succeduti nei vari ordini di scuola che ho via via frequentato: asilo, elementari, medie; i volontari e obiettori che nei primi anni si sono occupati del mio benessere con musica, trasporto e sedute fisioterapiche; gli operatori e i sacerdoti dell’istituto Don Ghinelli, negli ultimi 27 anni.

A Medjugorje e a Lourdes

Sono stato molte volte al mare, sono stato in diversi rifugi di montagna, perfino sulla Marmolada. Addirittura sono andato anche all’estero: degli amici mi hanno portato con la nave in Bosnia-Erzegovina a Medjugorje per alcuni giorni e la mamma mi ha dato in braccio alla veggente Jvanka; altri mi hanno accompagnato col treno in Francia a Lourdes. Ricordi, vero, babbo quella signora che, sul piazzale davanti alla grotta, si è inginocchiata davanti a me e pregava. Quanta emozione nei tuoi occhi! Penso anche a tutti gli amici che in vario modo hanno aiutato e sono stati vicini ai miei genitori con la loro amicizia e le loro preghiere.

Dolore e fede

Cari mamma e papà non siate tristi, abbiamo vissuto insieme un’avventura lunga, faticosa ma allo stesso tempo di una intensità e profondità straordinarie, umanamente inspiegabile che ha un senso solo alla luce della fede, dove ogni sofferenza partecipa in modo misterioso al disegno più vasto di salvezza di altre anime. Sappiate che io adesso sono felice perché, insieme agli altri Santi innocenti, sono qui davanti a Gesù, che mi ha amato fin dall’inizio e mi ha accolto a braccia aperte, segno che ho svolto bene il compito che aveva affidato alla mia vita.

Chiara, mamma, papà, so che sarò sempre nei vostri pensieri e nei vostri cuori come voi lo sarete nel mio e nelle mie preghiere. Grazie a tutti per la vostra presenza.